sabato 20 giugno 2020

Anche il C.U.R. finalmente capisce

Noi e i numeri

(di Felice Celato)

Oggi, tornando da una sfortunata giornata golfistica, ascoltavo per radio uno dei soliti fessi disputare con passione lunare sulla “natura” delle attese erogazioni del Next Generation EU (se siano, in tutto o in parte,  “prestito” o “a fondo perduto”) ed ho avuto un’illuminazione folgorante fornitami da uno degli occasionali “incontri” in qualità di C.U.R. (Camminatore Urbano Rimuginanante).

Andiamo con ordine: Il Next Generation Eu è lo strumento (di debito) col quale la UE si propone di raccogliere sui mercati un’ingente somma di denaro per concedere erogazioni ai paesi colpiti da Covid (e fra questi, come sappiamo, il nostro Paese-colibrì). Ora, a prescindere da come i fondi saranno erogati ai singoli paesi (se con diretto obbligo di restituzione nel tempo o senza tale diretto obbligo, cioè a fondo perduto, come ci piace dire), è chiaro ad ogni persona ragionante che trattasi, come dicevamo, di uno strumento di debito europeo, cioè NOSTRO; e che, quindi, anche la parte non gravata dell’obbligo diretto di restituzione nel tempo, va, sempre nel tempo, restituita ai mercati dall’Europa, cioè da NOI, tutti insieme, sia pure indirettamente (e sta qui la grande portata “storica” dell’operazione, perché con essa l’Europa si propone di contrarre un debito a nome dei paesi che la costituiscono e di cui ciascun paese sarà “fiscalmente” responsabile in ragione della sua “quota” di partecipazione economica all’UE; Angelo Baglioni e Massimo Bordignon ne spiegano benissimo la natura su Lavoce.info, vedasi al link  sotto riportato).

Bene: che noi Italiani non abbiamo molta confidenza coi numeri e con la “ragione” che sta dietro di essi, non è cosa nuova (la nostra storia del debito pubblico e del suo rapporto col PIL, cioè con la produzione annua di ricchezza del Paese, ne è la prova; se non ci credete, provate a chiederne in giro il senso). Ma quanto accaduto al C.U.R. giusto l’altro ieri aiuta a comprendere quanto questa non-confidenza sia radicata nella nostra “cultura”, al punto che basta la presenza di un numero in un discorso per farci perdere la ragione. Ecco la storiella (vera ancorché possa sembrare inventata da Verdone): il C.U.R. era in attesa del verde al semaforo che immette da Via Arenula su ponte Garibaldi (a Roma naturalmente, perciò mi proverò a raccontarla nel mio approssimativo romanesco, per rispettare la scena e anche per esaltarne il sapore Verdoniano). Una coppia di non più giovani romani incontra al semaforo quattro ragazzini che risultano subito i quattro nipoti della coppia (quando dico coppia intendo eterosessuale). Abbracci con mascherine e scambi di gomitate; poi la zia dice al più grande dei quattro ragazzini: Tanto se vedemo stasera pa’a pizza; T’ haa detto tu’ madre? Speramo che c’haa fanno magnà inzieme, sta’pizza!

Certo a’zì, basta che prenotamo! – dice il ragazzino che sembra conoscere il mondo meglio della zia. Vabbè mo’ vado a casa e prenoto pe’ sei, risponde la zia contando mentalmente i quattro (4) ragazzini e sé stessa con marito (dunque 2).

Come pe’sei ?? – dice il ragazzino – Pe’ nove! Mi’ madre e mi’ padre n’ci i conti? (ma, come sappiamo, sei più due fa otto!).

Ah ci’hai raggione, pe’ otto allora! Fa sennatamente la zia (infatti i 6 presenti sul luogo più i 2 genitori assenti fa 8).

Ao Zi! Mo’ manco a me me ce conti? Obbietta il ragazzino. Ah! vabbè, pe’ nove, si corregge la zia.

Venuto il verde al semaforo, non so dire se si sia proceduto ad un più ragionato ricalcolo dei presenti alla pizza, ma questa scenetta (rigorosamente vera) mi ha spiegato tutto! 

I numeri (e la ragione che vi sta dietro) non sono proprio il nostro forte (come dimostrano i famosi test PISA)! E allora anche il senso del dibattito sulla “natura” delle erogazioni di fondi a valere sul Next Generation prende luce.

Roma 20 giugno 2020 (anniversario del matrimonio dei miei defunti genitori: grazie!)

 


https://www.lavoce.info/archives/67381/recovery-fund-una-grande-occasione-da-non-sprecare/)





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