Self-pitying
(di Felice Celato)
Biasimati e
biasimandi
Nel
coro di biasimo (fortunatamente pressoché generalizzato) che si è levato contro
l’ouburst of rage (così si sarebbe
detto nella compassata Camera dei Lord inglese) che è andato in scena nel
Parlamento Italiano e (non solo) mi pare di intravvedere una qualche dose di
(diffusa) pietosa ipocrisia.
La
verità è, secondo me, che noi tutti vogliamo sottrarci ad una amara considerazione:
io sono convinto che i biasimati si rendano perfettamente conto del biasimo che
susciteranno le loro tumultuose ….”manifestazioni di pensiero” (con tutte le
virgolette che volete) e che essi non abbiano, in realtà, nessuna intenzione di
mettere in scena, appunto, “una manifestazione di pensiero”, quanto, piuttosto,
di mettere in scena “una manifestazione di attività politica”.
Mi
spiego meglio sull’apparente sottigliezza: i destinatari delle gazzarre non
sono, secondo me, gli esponenti del Governo (o, a Strasburgo, il signor
Presidente della Repubblica) bensì proprio i rappresentati dei biasimati, quasi
a voler dire: noi facciamo, per voi, ciò che fareste voi se foste al posto
nostro (è anche questa democrazia liquida, no?).
Ciò mi
porta all’amara (ma non nuova) considerazione che il degrado civile non è tanto
dei rappresentanti ma dei rappresentati.
Troppo
pessimista? Il solito self-pitying (piangersi addosso)?
Forse, ma ormai non più solitario come qualcuno potrebbe credere.
Comunque,
per capire meglio, basta seguire con (dolorosa) costanza i commenti dei lettori
sulle notizie riportate dai giornali, magari proprio quelle che hanno
riguardato i “tumulti”: ce n’è abbastanza per disperare (e per temere molto le
prossime elezioni Europee).
Dicebamus
heri
Al prematuro
gaudio del Presidente del Consiglio sulla (nuova ed eterna) vicenda Alitalia
(prematuro perché credo che ancora non si sappiano le condizioni che porrebbe
Ethiad, essendo in corso la famosa due
diligence), tuona prontamente il Presidente della Regione Lombardia: “Se
per salvare Alitalia si tocca Malpensa sarà guerra totale”.
Mi
pare di aver già sentito il proclama almeno nel 2003 e nel 2008. Historia magistra vitae, dicevano i
Latini. Meno male che poi la guerra non c’è stata.
Da
altre parti, invece, le “idee” cambiano: oggi per esempio il ministro Lupi, che
nel 2008 sosteneva, coi suoi, la necessaria Italianità di Alitalia (contro
l’ipotesi AFKLM), ha cambiato radicalmente opinione: è per l’arabità della
compagnia! Del resto, sulle maglie del Milan non c'è scritto Fly Emirates? Si badi bene, io apprezzo chi cambia idea (specie se se ne rende
conto e ne dà atto).
Dicimus
hodie
Il
Presidente della Regione Puglia tuona contro la proposta di nuova legge
elettorale e argomenta: “….con il meccanismo delle doppie soglie si mortifica
la presenza dei piccoli partiti in Parlamento, non si possono uccidere le
culture politiche di minoranza”.
Già,
le “culture politiche di minoranza”. Chiedere a Prodi.
Roma,
5 febbraio 2014
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