mercoledì 5 febbraio 2014

Spigolature italiane

Self-pitying
(di Felice Celato)

Biasimati e biasimandi
Nel coro di biasimo (fortunatamente pressoché generalizzato) che si è levato contro l’ouburst of rage (così si sarebbe detto nella compassata Camera dei Lord inglese) che è andato in scena nel Parlamento Italiano e (non solo) mi pare di intravvedere una qualche dose di (diffusa) pietosa ipocrisia.
La verità è, secondo me, che noi tutti vogliamo sottrarci ad una amara considerazione: io sono convinto che i biasimati si rendano perfettamente conto del biasimo che susciteranno le loro tumultuose ….”manifestazioni di pensiero” (con tutte le virgolette che volete) e che essi non abbiano, in realtà, nessuna intenzione di mettere in scena, appunto, “una manifestazione di pensiero”, quanto, piuttosto, di mettere in scena “una manifestazione di attività politica”.
Mi spiego meglio sull’apparente sottigliezza: i destinatari delle gazzarre non sono, secondo me, gli esponenti del Governo (o, a Strasburgo, il signor Presidente della Repubblica) bensì proprio i rappresentati dei biasimati, quasi a voler dire: noi facciamo, per voi, ciò che fareste voi se foste al posto nostro (è anche questa democrazia liquida, no?).
Ciò mi porta all’amara (ma non nuova) considerazione che il degrado civile non è tanto dei rappresentanti ma dei rappresentati.
Troppo pessimista? Il solito self-pitying (piangersi addosso)? Forse, ma ormai non più solitario come qualcuno potrebbe credere.
Comunque, per capire meglio, basta seguire con (dolorosa) costanza i commenti dei lettori sulle notizie riportate dai giornali, magari proprio quelle che hanno riguardato i “tumulti”: ce n’è abbastanza per disperare (e per temere molto le prossime elezioni Europee).

Dicebamus heri
Al prematuro gaudio del Presidente del Consiglio sulla (nuova ed eterna) vicenda Alitalia (prematuro perché credo che ancora non si sappiano le condizioni che porrebbe Ethiad, essendo in corso la famosa due diligence), tuona prontamente il Presidente della Regione Lombardia: “Se per salvare Alitalia si tocca Malpensa sarà guerra totale”.
Mi pare di aver già sentito il proclama almeno nel 2003 e nel 2008. Historia magistra vitae, dicevano i Latini. Meno male che poi la guerra non c’è stata.
Da altre parti, invece, le “idee” cambiano: oggi per esempio il ministro Lupi, che nel 2008 sosteneva, coi suoi, la necessaria Italianità di Alitalia (contro l’ipotesi AFKLM), ha cambiato radicalmente opinione: è per l’arabità della compagnia! Del resto, sulle maglie del Milan non c'è scritto Fly Emirates? Si badi bene, io apprezzo chi cambia idea (specie se se ne rende conto e ne dà atto).

Dicimus hodie

Il Presidente della Regione Puglia tuona contro la proposta di nuova legge elettorale e argomenta: “….con il meccanismo delle doppie soglie si mortifica la presenza dei piccoli partiti in Parlamento, non si possono uccidere le culture politiche di minoranza”.
Già, le “culture politiche di minoranza”. Chiedere a Prodi.

Roma, 5 febbraio 2014




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