Il Paese dei somari
(di
Felice Celato)
Ai
cultori dello sconforto, segnalo gli articoli usciti oggi sul Corriere della sera (a pg 29) e su La Repubblica (a pg 21) e, ieri, su lavoce.info (http://www.lavoce.info/competenze-degli-italiani-siamo-i-peggiori/)
relativi al primo rapporto OCSE sul programma PIAAC (Programme
for the International Assessement of Adult Competencies) concernente,
appunto, le competenze linguistiche e matematiche delle popolazioni adulte nei
paesi OCSE.
Dire
che il panorama che riguarda il nostro Paese è sconfortante è dire poco. Siamo,
occorre averlo sempre presente quando ci riempiamo la bocca di “pubblica opinione”, un paese
di somari, somari adulti e somari giovani, somari uomini e somari donne, somari
del nord e somari del sud, somari nella nostra lingua e somari in quella dei
numeri, per usare una terminologia “scolastica”, magari d’altri tempi (oggi
diremmo: diversamente bravi).
Dire
che questo spiega ogni cosa (lo spread,
lo sviluppo, la ripresa che ci sfugge, il declino dell’Italia, la sua
inadeguata classe politica, la nostra impotente tristezza, le scarse speranze
di uscirne, la natura dei nostri dibattiti “civili”, il nostro caparbio
statalismo, le nostre opinioni correnti, etc) è forse dire troppo; del resto
domani leggeremo senz’altro i consueti distinguo “sul metodo” che tanto ci
appassionano quando vogliamo evitare le questioni di merito; e magari sentiremo invocare le gloriose radici culturali del nostro Paese (quelle poste dai nostri lontani avi).
Però
vale la pena di pensarci, se non ci fa troppa fatica e non ci distrae troppo
dagli “interessantissimi” dibattiti che ascoltiamo ogni giorno sui media.
Roma,
9 ottobre 2013
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