Il rifugio
(di Felice Celato)
Non
sono riuscito a definire il libro che ho appena finito di leggere (di W.Paul
Young, Il rifugio, BUR) con un
giudizio sintetico del tipo di quelli, forse apodittici, con i quali classifico
le mie letture. Voglio però parlarvene perché chi avrà voglia di leggerlo mi
aiuti a “classificarlo”.
Di
che si tratta? Lo definirei un romanzo teologico, o, forse meglio, una moderna
favola teologica; la storia narrata è per un verso comune e per un altro
–ovviamente – assolutamente straordinaria, come vedrete subito: un padre (siamo
nell’America del Nord, ai tempi nostri), che ha perduto una delle sue figlie in
un tragico fatto di sangue, riceve un misterioso biglietto col quale Dio lo
convoca nel luogo della tragedia (un rifugio di montagna) e qui, in
un’atmosfera fra l’onirico, il metafisico e l’assolutamente ordinario e
quotidiano, si incontra con le tre persone della Trinità, per un lungo dialogo
denso di immagini e di rivelazione.
Sicuramente,
almeno secondo il mio metro di giudizio, il libro ha qualche pagina di troppo;
forse in qualche punto il dialogo non si nega alcune sfumature omiletiche
vagamente convenzionali (tipo New Age?); ma, in più larga misura, mi è parso un romanzo (perché di questo si tratta!) ricco di
suggestioni e stimolante nel tessuto delle argomentazioni (tutte "ortodosse"? ed è poi importante che lo siano?), oltreché
assolutamente originale nel concept
narrativo e, per alcuni tratti, anche commovente (come, del resto, la vicenda
stessa necessariamente implicava).
Da
che nasce, allora, il dubbio insito nella "segnalazione dubbiosa"? Non saprei dire. Forse
dalla necessitata – ma efficace – semplificazione (sempre fedele?) dei temi trattati, vagamente
“americana”, come si direbbe con approssimazione corrente? Forse proprio dagli
intenti suggestivi, evidenti, anzi nemmeno tentativamente occulti? Ripeto: non lo so, ma mi
aspetto che qualcuno che volesse leggerlo mi dica la sua opinione.
Posso
dire che sicuramente troverete almeno divertenti le soluzioni scelte per “incarnare”
le tre persone della Trinità, ovvia, forse, per Gesù (in fondo, un falegname),
ma assolutamente originale per il Padre (una grossa donna di colore) e per lo
Spirito Santo (una orientale, leggera come il vento).
Roma,
23 ottobre 2013
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