mercoledì 23 ottobre 2013

Segnalazione dubbiosa

Il rifugio
(di Felice Celato)
Non sono riuscito a definire il libro che ho appena finito di leggere (di W.Paul Young, Il rifugio, BUR) con un giudizio sintetico del tipo di quelli, forse apodittici, con i quali classifico le mie letture. Voglio però parlarvene perché chi avrà voglia di leggerlo mi aiuti a “classificarlo”.
Di che si tratta? Lo definirei un romanzo teologico, o, forse meglio, una moderna favola teologica; la storia narrata è per un verso comune e per un altro –ovviamente – assolutamente straordinaria, come vedrete subito: un padre (siamo nell’America del Nord, ai tempi nostri), che ha perduto una delle sue figlie in un tragico fatto di sangue, riceve un misterioso biglietto col quale Dio lo convoca nel luogo della tragedia (un rifugio di montagna) e qui, in un’atmosfera fra l’onirico, il metafisico e l’assolutamente ordinario e quotidiano, si incontra con le tre persone della Trinità, per un lungo dialogo denso di immagini e di rivelazione.
Sicuramente, almeno secondo il mio metro di giudizio, il libro ha qualche pagina di troppo; forse in qualche punto il dialogo non si nega alcune sfumature omiletiche vagamente convenzionali (tipo New Age?); ma, in più larga misura, mi è parso un romanzo (perché di questo si tratta!) ricco di suggestioni e stimolante nel tessuto delle argomentazioni (tutte "ortodosse"? ed è poi importante che lo siano?), oltreché assolutamente originale nel concept narrativo e, per alcuni tratti, anche commovente (come, del resto, la vicenda stessa necessariamente implicava).
Da che nasce, allora, il dubbio insito nella "segnalazione dubbiosa"? Non saprei dire. Forse dalla necessitata – ma efficace – semplificazione (sempre fedele?) dei temi trattati, vagamente “americana”, come si direbbe con approssimazione corrente? Forse proprio dagli intenti suggestivi, evidenti, anzi nemmeno tentativamente occulti? Ripeto: non lo so, ma mi aspetto che qualcuno che volesse leggerlo mi dica la sua opinione.
Posso dire che sicuramente troverete almeno divertenti le soluzioni scelte per “incarnare” le tre persone della Trinità, ovvia, forse, per Gesù (in fondo, un falegname), ma assolutamente originale per il Padre (una grossa donna di colore) e per lo Spirito Santo (una orientale, leggera come il vento).

Roma, 23 ottobre 2013

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