In principio
(di Felice Celato)
In
questo agosto molto fortunato (per le letture, intendo) torno con una
segnalazione rispetto alla quale – prevedo – molti lettori di questi spunti
“libreschi” resteranno freddi.
Infatti,
lo dico subito, il libro di cui intendo farvi breve cenno, per esser apprezzato,
richiede: 1) una grande passione (che, lo confesso, io coltivo da molti anni ma
che non sempre è altrettanto forte fra i miei amici) per i temi della cultura e della
storia ebraiche moderne; 2) una certa resistenza a molte pagine angosciose e,
in generale, alla (forse eccesiva) ampiezza del libro; 3) una notevole
tolleranza per la striminzita manifattura dell’edizione Garzanti che ho,
casualmente, trovato in libreria.
Fatta
questa premessa, veniamo al libro: In
principio di Chaim Potok (un autore e rabbino americano, scomparso una
decina di anni fa, del quale credevo – evidentemente sbagliando – di aver letto
tutta la produzione narrativa) è – come si dice – un commovente e profondo “romanzo
di formazione” che ha come protagonista un giovane (David, l’io narrante) figlio
di ebrei ortodossi e attivisti polacchi emigrati negli Stati Uniti fra le due
guerre mondiali; e narra, con la maestria propria di quest’autore, le vicende
del bambino David, appunto, gracile e molto debole di salute, che acquisisce
via via la forza e la risolutezza che gli consentono di diventare nel tempo uno studioso
di scienze bibliche moderne, in conflitto con la cultura ortodossa e
tradizionalista della famiglia (del padre, in particolare) e del suo ambiente,
nel quale le tensioni fra modernità e tradizione nell’interpretazione dei testi vengono percepite in radicale
contrapposizione.
Sullo
sfondo, prima, i difficili problemi di convivenza con le ostilità dei “goyim” che evidentemente non mancavano anche
nell’ambiente degli immigrati in America; poi, la Grande Crisi degli anni ’30 e
la persecuzione nazista che cancella le famiglie di origine del padre e della
madre di David, rimaste intrappolate nell’ Europa dell’Est.
In
sintesi: una lettura interessante e, nelle pagine del lungo finale, anche molto
suggestiva.
11
agosto 2013, Santa Chiara
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