sabato 3 agosto 2013

Letture

Ipotesi su Gesù
(di Felice Celato)
In questo mese che sarà, come ogni agosto, di intense letture , ho “scoperto” un libro non nuovo (ha ormai quasi 40 anni), recentemente ripubblicato in una bella edizione da SEI: Ipotesi su Gesù, di Vittorio Messori, che mi affretto a segnalare agli amanti dei libri “impegnativi” (ma chiari e convincenti).
Si tratta, forse all’autore spiacerebbe una definizione del genere, di un testo di moderna apologetica, caratterizzato da un approccio ragionante, da uomo “del secolo”, e supportato da un’indagine che l’autore ha sviluppato, a partire dal 1964, soprattutto per se stesso, prendendo le mosse da una “crisi” (cui fa cenno all’inizio dell’edizione del  ‘92)  che ne ha scosso la cultura “laica” nella quale era stato educato.
Il cuore del libro sta tutto in una riflessione sulla Rivelazione come elemento portante di una ricerca su Dio che, nel corso dell’indagine, argomenta la straordinaria paradossalità del Dio prima ebreo poi cristiano che scende a parlare in prima persona agli uomini della storia attraverso il “figlio” che addirittura si fa uomo. Un “unicum” nella storia delle religioni, spesso incompreso anche presso l’ambiente apostolico più vicino ai tre anni di vita pubblica di Gesù (ambiente che pure ne ha custodito e rispettosamente tramandato il messaggio), uno “scandalo” per lo stesso ebraismo in cui Dio ha cullato il Suo rapporto con le Sue creature, secondo una linea di continuità che via via in Gesù, appunto, “si rivela” con chiarezza, mettendo a nudo un disegno di “irruzione” nella storia avviato molti secoli prima di Cristo, secondo modalità “culturali” che hanno accompagnato la vita spirituale dell’ebraismo al quale Gesù dà compimento.
Di fronte a questo “unicum” si sono inutilmente accaniti celebrati tentativi “riduzionisti” in senso (apparentemente) razionalista o (contraddittoriamente) mitologico (Messori ne fa una ragionata rassegna critica), che, alla fine, nulla possono  contro il “miracolo” della giovinezza (eterna perché divina) di inusitati insegnamenti che nel corso della storia hanno resistito a mille assalti e, anzi, hanno dato via via frutti nuovi anche nelle “culture” più diverse.
E’ in questa unicità senza alternative che il discorso di Messori si dipana, senza trionfalismi, non per scoprire se Dio c’è (come in fondo può suggerire la ragione e come ammettono anche i teologi del Dio “gassoso” alla Mancuso) ma com’è Dio come persona; il che è cosa così ardua  e così “rivoluzionaria” che solo la Rivelazione rende possibile.
Insomma: un libro da leggere e, di tanto in tanto, da rileggere.
Dicevo all’inizio “un testo di moderna apologetica”; ma, se ha ragione Bonhoeffer nel ritenere (cito a memoria perché non ho sottomano il testo, di cui parlavo in un post di qualche tempo fa) che la Rivelazione segna il confine fra teologia e filosofia, potrei definirlo anche un libro di teologia, scritto, con grande acume, da un colto non-teologo.
3 agosto 2013





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