martedì 18 aprile 2023

Un esercizio lessicale

Rimbalzi posturali

(di Felice Celato)

In carenza di contenuti della nostra vita pubblica meritevoli di seria attenzione, fatalmente mi faccio distrarre dal linguaggio col quale si suole avvolgere il vuoto del pensiero. E se l’altro giorno mi sono lasciato andare ad un esercizio di calligrafia della comunicazione politica, oggi mi sono distratto con un esercizio di lessico della politica, segnatamente rivolto ad una recente “novità” che mi pare già di largo successo, sia fra i teorici “addetti ai lavori” (i politici), sia fra i loro referenti mediatici (cioè i giornalisti che, appunto, riferiscono e diffondono). La parola nuova, ormai trionfante, è postura, in realtà, ovviamente, tutt’altro che nuova. Basta scorrere il prezioso Vocabolario Treccani on line per rendersi conto della nobile discendenza del lemma:

 

Posturas. f. [lat. posĭtura, der. di posĭtus, part. pass. di ponĕre «porre»]. – 1. letter. Posizione di un edificio o di una località, luogo e modo dove sono posti, sito: la villa sorge in una splendida p.; ammirai la pbellissima del paesea piè dell’Appennino (Carducci). Anche la posizione e disposizione di più luoghi in rapporto con altri: Nerone ... pensò ... bruciar tutta Romaper poscia rifabbricarla con più ordinata simmetria e postura di case e di vie (Cesari); analogam., di persone: era debito interrogare minutamente della varia p. in cui si trovavano i testimoni nell’atto della rissa (Tommaseo). Con riferimento a truppe schierate, lo stesso che posizione2. a. Positura, modo di atteggiarsi del corpo umano o di una sua parte: la corretta pdelle mani sul pianoforteil pittore ha prestato particolare attenzione alla p. delle figuretutti si misero in terrain pvarie (Bontempelli); stava posata ... con le gambe e le braccia piegate in pstrana e innaturale (Moravia). b. Nel linguaggio medico, sinon. generico di posizione: assumere una corretta p.; la p. del busto, della colonna vertebrale; in fisiologia, l’atteggiamento abituale di un animale, determinato dalla contrazione di gruppi di muscoli scheletrici che si oppongono alla gravità. 3. ant. a. Accordo segreto, soprattutto a danno d’altri; congiura: i baroni si turbarofecero posture e leghe (Novellino). b. Accordo tra artigiani e mercanti per manovrare i prezzi a proprio favore.

E così troviamo la postura di un partito (sia di destra che di sinistra), o quella del Paese (meglio: della nazione) e persino quella dell’Europa, per dire quello che prima di oggi si sarebbe detto l’orientamento, il posizionamento (positioning) o la visione (vision) o la strategia di lungo corso (mission), etc.

Non ho nulla da obbiettare circa questa riesumazione linguistica che mi pare anche elegante; anzi, da golfista scarso qual sono proporrò al mio maestro di sostituire l’omologo termine  stance (che nel golf è quel complesso incastro di equilibri e di piegature che si assumono col corpo per colpire la pallina e che – solo – è in grado di assicurare che la maledetta vada ad una distanza accettabile ma, soprattutto, dritta; cfr. sopra, significato 2b) col nuovo termine di postura, sicuramente più rispettoso della nostra cultura (che tutto il mondo ci invidia, naturalmente).

 

Però, come al solito, una volta entrato nel vocabolario mi è difficile uscirne; e da postura, sempre sul Treccani, mi è stato facile rimbalzare, anzitutto su una parola che sembrerebbe il “negativo” di postura

Impostura s. f. [dal lat. tardo impostura; v.impostore]. – L’abitudine della menzogna, dell’inganno per trarne vantaggio; in senso più concr., inganno o serie d’inganni, raggiro, finzione da impostore o falsa dottrina da esso diffusa: Numa con arte Di santa i. [corresse] La buccia un po’ dura Del popol di Marte (Giusti); acquistare credito con l’i.; l’ifu presto scopertala sua vita è stata tutta un’impostura.


E, ahimè!, da impostura a impostore il rimbalzo è ancora più breve:

Impostore s. m. (f. -a) [dal lat. tardo impostor -oris, der. di imponĕre nel senso di «far credere»]. – Chi, abusando della credulità altrui e allo scopo di trarne vantaggio, fa uso sistematico della menzogna, o finge di essere e di sapere più di quanto sia e sappia, o diffonde teorie, informazioni false: non è uno scienziato, ma solo un i.la comunità scientifica lo ha sempre considerato un i.; l’ipocrita ha meno parolel’impostore è loquacecerca le moltitudini da ingannare (Tommaseo).


Concludendo: siamo sicuri che valga la pena di abbandonare le vecchie parole – nella loro versione italiana, s’intende, per carità! – che si usavano prima, per adottare questa rischiosa postura?

Roma 18 aprile 2023 

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