domenica 23 aprile 2023

Ri-segnalazione

In cerca di consolazioni

(di Felice Celato)

In questo periodo abbastanza buio per il mondo, ho dedicato più di qualche ora alle ri-letture (esercizio che raccomando spesso a tutti i lettori, come strumento di auto-monitoraggio critico ed emotivo), in cerca di qualche motivo di consolazione. E quindi, mentre mi è stato facile scegliere, ovviamente, J.R. (…noto anche come Benedetto XVI) sul fronte spirituale, e Murakami, Joseph Roth ed Eric Emmanuel Schmitt sul fronte dell’evasione letteraria intelligente, ho faticato un po' più a selezionare qualche lettura già fatta e allo stesso tempo consolante sul fronte della saggistica. E sono arrivato al mio “futurologo preferito”, Jeremy Rifkin, autore di diversi libri qui segnalati nel tempo; e ho scelto l’assai corposo saggio (circa 500 pagine!) su La società a costo marginale 0, che avevo letto (e qui segnalato) nel lontano 2014. La piacevole sorpresa, nel riprendere in mano il volume, è stata che – sempre nove anni fa – ne avevo fatto una abbastanza dettagliata sintesi (inserita fra le pagine del grosso tomo), capitolo per capitolo, che mi ha portato a rileggerne – sempre con grande gradimento – solo qualche parte… che mi pareva funzionale al fine consolatorio perseguito. 

Bene: il successo di questa ri-lettura per sintesi e flash, mi ha indotto a questa (forse poco simpatica) pratica dell’auto-citazione. Dunque ri-segnalo e di nuovo raccomando alla lettura di chi, come me, cerca qualche conforto dal presente, il libro di Jeremy Rifkin La società a costo marginale 0 (Mondadori, 2014); non starò a ripetermi: basta sfogliare, qui a lato, l’indice annuale dei miei poveri scritti ed aprire il post Letture dell’ottobre 2014 per trovare gli spunti consolatori di cui (eventualmente) si abbia bisogno e, soprattutto, per farsi venire la voglia (se non lo si è già fatto) di leggere queste dense ma accessibilissime ed esemplarmente chiare pagine. Vi si parla di un possibile mutamento di paradigma che può toccare e vivificare i meccanismi funzionali del nostro mondo economico, preconizzando l’evoluzione degli assetti capitalistici (che, pure, hanno, senza alcun dubbio, generato il progresso di cui beneficiamo), verso forme (i c.d. commons collaborativi) centrate sul capitale sociale del nostro vivere quotidiano e sull’emersione di una prospettiva (l’economia della condivisione) che non può non apparire (appunto) consolante. 

I dieci anni passati dalla scrittura del libro di Rifkin sono certamente un orizzonte troppo breve per trarre un giudizio sulle visioni di un futurologo (che si orientano verso la metà del XXI secolo); ma il testo mi pare ancora attuale e, anzi, per certi aspetti, corroborato da sintomi di fondatezza ai quali vale la pena di aggrappare le nostre terrene speranze, almeno per i nostri nipoti.

Roma, 23 aprile 2023

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