Appunti greci
(di Felice Celato)
Da
un breve e rilassante viaggio di piacere nella Grecia continentale non è certo
possibile farsi un’idea solida della vita in un paese tanto simile all’Italia
(per dignità e congiuntura storiche più che per struttura sociale ed economica).
Ma qualche superficiale impressione differenziale vale forse la pena di
buttarla giù. La Grecia, oltre ad esserlo, appare anche come un Paese
economicamente affannato. Atene, la sua città principale (o, meglio, la sua
capitale), mostra evidenti i segni di un certo degrado economico (per esempio:
ampie aree, anche centrali, invecchiate male e mal tenute) certamente in misura
maggiore rispetto a Roma e anche rispetto alle diverse immagini di Atene
collezionate in altre visite di anni addietro; eppure i suoi “tesori” ( i
monumenti della sua storia, che sono uno dei motori della economia greca) sono
custoditi assai meglio dei nostri, con punte di apparente eccellenza (notevole,
per esempio, il Museo dell’Acropoli) e anche con un senso della dignità storica
che noi abbiamo ampiamente svenduto; tanto per fare un esempio: mentre da noi
pullulano, attorno al Colosseo (ma non solo), i banalissimi centurioni
con tanto di spada e di corazza per l’altrettanto banale foto a pagamento, non ho
visto nessun ateniese in falso chitone (l’antica
tunica greca) aggirarsi nei pressi dell’Acropoli o altrove a caccia di turisti
gonzi.
Le
strutture turistico-recettive sono di buona qualità, gestite bene e
sensibilmente più economiche delle nostre; gli addetti sono cordiali ed
efficienti, come – talora – anche da noi.
La
dotazione di strade è ottima, anzi si ha l’impressione che ecceda la domanda:
mai un “intoppo”, mai una fila; si gira, insomma, molto bene per la Grecia.
Delfi
può essere una meta molto appassionante per i cultori delle antichità
archeologiche (quale io non sono).
Le
Meteore (antichi conventi abbarbicati su speroni di roccia impressionanti) sono
bellissime e da visitare; i paesi circostanti sono perfettamente attrezzati per
gestire il traffico dei visitatori (si parla di un milione di visitatori
l’anno).
Salonicco,
infine (anzi Thessaloniki, come più o meno si dice in Greco): effettivamente
sembra stare ad Atene come Milano sta a Roma. Si capisce che è una città più
ricca, più movimentata; forse anche la gente sembra un po’ più “godereccia” (la
dotazione di ristoranti in centro non può essere solo destinata ai turisti!).
C’è un grande porto, un lungomare molto suggestivo, una piazza centrale molto
bella intestata ad Aristotele, qualche antichità da vedere; non so perché ma la
città – nella quale nacque Kemal Ataturk – mi è sembrata risentire di una certa
influenza turca.
Infine
una curiosità; l’acqua minerale (fa caldo, in Grecia, e viene naturale bere
molto!): è distribuita, ovviamente, in ogni bar, e in ogni angolo di strada da
chioschetti assai simili a quelli romanissimi, a prezzi più o meno pari alla
metà dei nostri. Ma attenzione! Non azzardatevi a chiederla gassata perché
altrimenti dovrete pagarla a prezzo di….metaxas
(l’ottimo brandy Greco che raccomando a chi non lo conosce) per riceverla in
quantità ridotta, nelle classiche bottigliette in vetro che hanno fatto l’immagine
di una nota marca francese. Chissà perché?
Roma
8 agosto 2016
P.S.
Serio: forse i più anziani di noi
ricorderanno un 8 agosto di sessant’anni fa, quando un’esplosione nella miniera
di Marcinelle (in Belgio) fece oltre 250 morti, di cui la maggior parte
Italiani (abruzzesi, per la precisione); allora gli emigranti eravamo noi. Avevo
7 anni, allora; ma ricordo che in casa se ne parlò molto e anche che ci si
commosse (in fondo mio nonno materno era stato anche lui, sia pure cinquant’anni prima,
emigrante - in America - e minatore; ed era morto, se non in miniera, di
miniera).
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