giovedì 13 agosto 2015

Sconsolazioni agostane

Irriverenti divagazioni Leopardiane
(di Felice Celato)
Se mi giro indietro a guardare – tramite il nostro blog – quali sono stati i “pensieri” che il mese di agosto mi ha suggerito almeno nell’ultimo quinquennio, dovrei dire che il classico mese delle vacanze non giova ad una visione confortante del nostro presente. Mi rendo conto che nemmeno gli altri mesi dell’anno…..mi vedono sprizzare ottimismo da tutti i pori, ma, ho notato, nel caldo agostano la considerazione dei fatti e dei dibattiti che si leggono sui giornali inevitabilmente tende a suscitarmi un inquieto desiderio di palingenesi, che si esprime col ricorso a concetti e sentimenti di solito estranei al linguaggio delle riflessioni “civili” (politiche, economiche, sociologiche, etc.): “risveglio” nel 2011, “verità”, “perdono” e “fatica” nel 2012, addirittura “carità” nel 2013, ancora “verità” nel 2014, sono le parole che caratterizzano le mie “predicazioni” agostane, rivolte a me stesso ovviamente e ai pochi che ad esse hanno fatto paziente abitudine.
Bene; quest’anno, complice una mezz’ora passata sul colle dell’Infinito a Recanati, la mia parola d’agosto è “naufragio”; mi pare, cioè, di vedere il nostro povero paese come un vascello minuscolo, sballottato in un oceano tempestoso, condotto da un capitano giovane, magari coraggioso ma evidentemente avvezzo a mari interni, circondato da una ciurma eterogenea e vociante in lingue diverse, incapace di comunicare pensieri e quindi avvezza ad esprimere solo gutturali emozioni disordinate, additando di volta in volta veri o immaginari mostri marini da quali dipende la salvezza del vascello, entusiasta quando l’onda sospinge il vascello fuori dell’abisso e disperata quando l’onda ridiscende verso il basso.
Si dirà: adesso esageri! E’ vero, forse esagero, anzi, senz’altro: quest’anno l’effetto agostano non produce aspirazioni palingenetiche ma una vena nihilista. Però, provate a pensare al nostro tempo secondo il metro del paradosso poetico del grande poeta Marchigiano: da un lato, il lontano infinito, lì rasserenante (interminati spazi…sovrumani silenzi…. profondissima quiete…l’eterno…) e qui inquietante: la Cina svaluta (= meno importazioni e più esportazioni), la Russia annaspa economicamente e reagisce aggressivamente, l’America pensa di spingere in alto i tassi di interesse, l’Africa preme dal basso con masse umane ingovernate, l’Europa sembra smarrita, il vicino Oriente in tempesta continua; dall’altro (e come il vento odo stormir fra queste piante, così vicine, io quell’infinito silenzio a questa voce vo comparando), il nostro eterno dibattito sulla legge elettorale, sul Senato elettivo o non elettivo, il nuovo patto del Nazareno, il rimpasto, la scissione del PD.
Il naufragar ci è dolce in questo mare?
Orbetello, 13 agosto 2015

PS: Il grande Poeta perdonerà questo rozzo saccheggio? E soprattutto questo scherzare sul suo straordinario metro poetico? Speriamo. Presto – ahi voi! – torneremo seri….(abbandonando i caratteri rossi che riserviamo alle cose….lievi).

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