Irriverenti divagazioni Leopardiane
(di Felice Celato)
Se
mi giro indietro a guardare – tramite il nostro blog – quali sono stati i “pensieri” che il mese di agosto mi ha
suggerito almeno nell’ultimo quinquennio, dovrei dire che il classico mese
delle vacanze non giova ad una visione confortante del nostro presente. Mi
rendo conto che nemmeno gli altri mesi dell’anno…..mi vedono sprizzare
ottimismo da tutti i pori, ma, ho notato, nel caldo agostano la considerazione
dei fatti e dei dibattiti che si leggono sui giornali inevitabilmente tende a
suscitarmi un inquieto desiderio di palingenesi, che si esprime col ricorso a
concetti e sentimenti di solito estranei al linguaggio delle riflessioni
“civili” (politiche, economiche, sociologiche, etc.): “risveglio” nel 2011,
“verità”, “perdono” e “fatica” nel 2012, addirittura “carità” nel 2013, ancora
“verità” nel 2014, sono le parole che caratterizzano le mie “predicazioni”
agostane, rivolte a me stesso ovviamente e ai pochi che ad esse hanno fatto
paziente abitudine.
Bene;
quest’anno, complice una mezz’ora passata sul colle dell’Infinito a Recanati, la mia parola d’agosto è “naufragio”; mi pare, cioè, di vedere il nostro povero paese come un
vascello minuscolo, sballottato in un oceano tempestoso, condotto da un capitano
giovane, magari coraggioso ma evidentemente avvezzo a mari interni, circondato
da una ciurma eterogenea e vociante in lingue diverse, incapace di comunicare
pensieri e quindi avvezza ad esprimere solo gutturali emozioni disordinate,
additando di volta in volta veri o immaginari mostri marini da quali dipende la
salvezza del vascello, entusiasta quando l’onda sospinge il vascello fuori
dell’abisso e disperata quando l’onda ridiscende verso il basso.
Si
dirà: adesso esageri! E’ vero, forse esagero, anzi, senz’altro: quest’anno
l’effetto agostano non produce aspirazioni palingenetiche ma una vena nihilista. Però, provate a pensare al nostro
tempo secondo il metro del paradosso poetico del grande poeta Marchigiano: da
un lato, il lontano infinito, lì rasserenante (interminati spazi…sovrumani silenzi…. profondissima quiete…l’eterno…)
e qui inquietante: la Cina svaluta (= meno importazioni e più esportazioni), la
Russia annaspa economicamente e reagisce aggressivamente, l’America pensa di spingere in alto i tassi di interesse, l’Africa preme dal basso con masse umane
ingovernate, l’Europa sembra smarrita, il vicino Oriente in tempesta continua;
dall’altro (e come il vento odo stormir
fra queste piante, così vicine, io
quell’infinito silenzio a questa voce vo comparando), il nostro eterno
dibattito sulla legge elettorale, sul Senato elettivo o non elettivo, il nuovo
patto del Nazareno, il rimpasto, la scissione del PD.
Il naufragar ci è dolce in questo mare?
Orbetello,
13 agosto 2015
PS:
Il grande Poeta perdonerà questo rozzo saccheggio? E soprattutto questo
scherzare sul suo straordinario metro poetico? Speriamo. Presto – ahi voi! – torneremo seri….(abbandonando
i caratteri rossi che riserviamo alle cose….lievi).
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