venerdì 20 marzo 2015

Stupi-diario socio-psichiatrico

Affinità necessarie?
(di Felice Celato)
Mentre sistemavo dei libri, mi è capitato oggi fra le mani un libro che figura fra i miei per puro caso: oltre vent’anni fa (nel '94, come si legge nella dedica), ad una cena, conobbi un eminente e simpaticissimo professore di psichiatria ( Gaspare Vella) che, evidentemente colpito dalle mie curiosità per la sua scienza, mi fece avere, qualche giorno dopo, in cortesissimo omaggio, un suo manuale per medici e psicologi intitolato Psichiatria e Psicopatologia (Liviana Medicina Editore). A suo tempo, ricordo, lo “divorai”, tanto chiare ed interessanti erano le descrizioni delle sindromi psichiatriche più diffuse, con le quali, per varie ragioni che qui non occorre ricordare, a quel tempo mi pareva di imbattermi con frequenza.
Il libro si completa con un interessante glossario di psicopatologia che è proprio quello che, oggi, mi è capitato di ri-scorrere. Preso come sono da una certa preoccupazione ( e un po’ di disgusto) per lo stato mentale del nostro paese nei nostri tempi, questa rapida scorribanda fra le parole della psichiatria mi ha portato ad immaginarne una interpretazione direi sociologica, che forse non sarebbe autorizzata dalla autonomia delle scienze in discorso (la psichiatria e la sociologia) ma che tuttavia mi ha incuriosito (e anche un po’ stupito, come è appropriato per questa rubrichetta dello stupi-diario, per le – forse  non scientifiche – analogie).
Provo dunque a riportare qui alcune definizioni (fra le tante che si adatterebbero allo scopo), lasciando ai lettori la libertà (e ci mancherebbe altro! direbbero questi, a ragione) di riflettere se certi sintomi psichiatrici non possano perfettamente attagliarsi ai percorsi “mentali” della nostra società.
Accelerazione ideica: accelerazione delle associazioni, per cui il pensiero appare ricco di idee labili, il soggetto è incapace di mantenere l’attenzione, approfondendo specifici contenuti: il grado estremo è la fuga delle idee (vedi oltre).
Delirio di riforma: il soggetto teorizza e persegue riforme economiche, sociali e politiche, con acritico sentimento di certezza, noncurante delle oggettive difficoltà che gliene impediranno l’applicazione.
Ecolalia: ripetizione automatica, temporanea, apparentemente senza significato finalistico, di parole o frasi udite da una persona, con la quale il paziente è in temporaneo rapporto.
Fatuità: è l’espressione di sentimenti ed affetti con un’euforia che appare puerile, effimera, vana, sciocca, stolida, insensata, talora sguaiata (…).
Fuga delle idee: la velocità ideativa è aumentata per cui le idee si susseguono velocemente secondo associazioni che vengono richiamate per assonanza, somiglianza, contrasto e influenza di stimoli esterni (…).
Insalata di parole: con o senza fuga delle idee; il discorso del soggetto è una successione di parole che sembrano prese a caso ed espresse una dopo l’altra in modo tale che non è possibile cogliere il significato delle frasi (….).
Palilalia: è una stereotipia del linguaggio, nella quale il paziente, per lo più deteriorato mentalmente, ripete, talora sempre più velocemente, parole e frasi appena udite, apparentemente senza significato o scopo (….).
Teatralità: espressione esagerata e drammatizzata di sentimenti ed emozioni iperreattive a situazioni ed avvenimenti che di per sé non dovrebbero provocare un così grande coinvolgimento e sconvolgimento affettivo-emotivo. Questa espressività è agita sempre in presenza di un “pubblico” che osserva, di cui bisogna catturare l’attenzione e nel quale si tende a generare sentimenti positivi (simpatia, lode, compassione).
Verbigerazione: è un monologo nel quale compaiono sempre le stesse parole. E’ un sintomo di demenza.
Mah! Trascrivendole, queste definizioni, mi è venuto il dubbio che, in fondo, psichiatria e sociologia, siano tutt'altro che scienze indipendenti l’una dall’altra! Anzi, in certi contesti....

Roma, 20 marzo 2015 (eclissi di sole ma vigilia di primavera)

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