Affinità necessarie?
(di Felice Celato)
Mentre
sistemavo dei libri, mi è capitato oggi fra le mani un libro che figura fra i
miei per puro caso: oltre vent’anni fa (nel '94, come si legge nella dedica), ad
una cena, conobbi un eminente e simpaticissimo professore di psichiatria (
Gaspare Vella) che, evidentemente colpito dalle mie curiosità per la sua
scienza, mi fece avere, qualche giorno dopo, in cortesissimo omaggio, un suo
manuale per medici e psicologi intitolato Psichiatria
e Psicopatologia (Liviana Medicina Editore). A suo tempo, ricordo, lo
“divorai”, tanto chiare ed interessanti erano le descrizioni delle sindromi
psichiatriche più diffuse, con le quali, per varie ragioni che qui non occorre
ricordare, a quel tempo mi pareva di imbattermi con frequenza.
Il
libro si completa con un interessante glossario di psicopatologia che è proprio
quello che, oggi, mi è capitato di ri-scorrere. Preso come sono da una certa
preoccupazione ( e un po’ di disgusto) per lo stato mentale del nostro paese
nei nostri tempi, questa rapida scorribanda fra le parole della psichiatria mi
ha portato ad immaginarne una interpretazione direi sociologica, che forse non
sarebbe autorizzata dalla autonomia delle scienze in discorso (la psichiatria e
la sociologia) ma che tuttavia mi ha incuriosito (e anche un po’ stupito, come
è appropriato per questa rubrichetta dello stupi-diario, per le – forse non scientifiche – analogie).
Provo
dunque a riportare qui alcune definizioni (fra le tante che si adatterebbero
allo scopo), lasciando ai lettori la libertà (e ci mancherebbe altro! direbbero
questi, a ragione) di riflettere se certi sintomi psichiatrici non possano perfettamente
attagliarsi ai percorsi “mentali” della nostra società.
Accelerazione
ideica: accelerazione delle associazioni, per cui il pensiero appare ricco
di idee labili, il soggetto è incapace di mantenere l’attenzione, approfondendo
specifici contenuti: il grado estremo è la fuga delle idee (vedi oltre).
Delirio
di riforma: il soggetto teorizza e persegue riforme economiche, sociali e
politiche, con acritico sentimento di certezza, noncurante delle oggettive
difficoltà che gliene impediranno l’applicazione.
Ecolalia:
ripetizione automatica, temporanea, apparentemente senza significato finalistico,
di parole o frasi udite da una persona, con la quale il paziente è in
temporaneo rapporto.
Fatuità:
è l’espressione di sentimenti ed affetti con un’euforia che appare puerile,
effimera, vana, sciocca, stolida, insensata, talora sguaiata (…).
Fuga
delle idee: la velocità ideativa è aumentata per cui le idee si susseguono
velocemente secondo associazioni che vengono richiamate per assonanza,
somiglianza, contrasto e influenza di stimoli esterni (…).
Insalata
di parole: con o senza fuga delle idee; il discorso del soggetto è una
successione di parole che sembrano prese a caso ed espresse una dopo l’altra in
modo tale che non è possibile cogliere il significato delle frasi (….).
Palilalia:
è una stereotipia del linguaggio, nella quale il paziente, per lo più deteriorato
mentalmente, ripete, talora sempre più velocemente, parole e frasi appena
udite, apparentemente senza significato o scopo (….).
Teatralità:
espressione esagerata e drammatizzata di sentimenti ed emozioni iperreattive a
situazioni ed avvenimenti che di per sé non dovrebbero provocare un così grande
coinvolgimento e sconvolgimento affettivo-emotivo. Questa espressività è agita
sempre in presenza di un “pubblico” che osserva, di cui bisogna catturare
l’attenzione e nel quale si tende a generare sentimenti positivi (simpatia,
lode, compassione).
Verbigerazione:
è un monologo nel quale compaiono sempre le stesse parole. E’ un sintomo di
demenza.
Mah!
Trascrivendole, queste definizioni, mi è venuto il dubbio che, in fondo,
psichiatria e sociologia, siano tutt'altro che scienze indipendenti l’una dall’altra! Anzi, in certi contesti....
Roma,
20 marzo 2015 (eclissi di sole ma vigilia di primavera)
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