domenica 9 novembre 2014

Lieve brezza da sud

Una domanda (spero)* senza risposta.
(di Felice Celato)
Provo a porci una domanda alla quale da solo non voglio rispondere (perché la risposta credo di averla ma non voglio accettarla): non avete anche voi l’impressione che l’Italia, per lo meno l’Italia che credevamo di volere, stia per implodere? [dal Devoto Oli: Implosione= cedimento violento delle pareti di un corpo cavo sotto l’azione di una pressione esterna superiore a quella interna]. Lo sviluppo è lontano dal manifestarsi, perché fingiamo di ignorarne le fonti; le poche grandi imprese che avevamo si rifugiano all’estero o tengono chiusi gli impianti perché non sanno più le regole che disciplinano la loro produzione; consumiamo il risparmio (ora anche distribuendo il TFR, peraltro senza chiarezza sull’impatto fiscale); il debito pubblico seguita a crescere e sembriamo anche incapaci di capire perché; la disoccupazione pure (di quella giovanile non parliamo neppure); spendiamo per interessi (non ostanti i tassi bassi a livelli mai raggiunti) quanto spendiamo per istruzione; lo scenario politico è a dir poco confuso (Napolitano che vuole lasciare, il sistema elettorale ancora è un discusso progetto sul quale ognuno misura le proprie convenienze anziché quelle del Paese, i sindacati seguitano a minacciare uno sciopero generale, non ho capito bene con quale reale intento; ci mettiamo a fare sciocche polemiche sull’Europa vociando di una nostra rispettabilità assunta come un dato; non sappiamo nemmeno più quali e quante tasse gravino sulle nostre case e nemmeno quanto varranno le nostre pensioni; le regioni si ribellano ai tagli ma non riescono a spendere le risorse messe a disposizione dell’Europa dalla quale invochiamo nuovo fondi; non riusciamo a mettere mano alla riforma della giustizia che pure tutti diciamo urgente, etc); governiamo le città con allarmismi finalizzati solo a poter dire “vi avevamo avvertito!”; i partiti sono diventati il supporto di leaderismi, nessuno dei quali sensibile all’obbligo di dire la verità ai propri elettori (che, forse, non la vogliono nemmeno sentire). E sicuramente ho dimenticato qualcosa.
Spero di sbagliarmi, ma mi torna alla mente lo scoramento di un mio vecchio collega difronte all’incombere di soverchianti difficoltà: “il numero e la qualità dei problemi che abbiamo difronte supera largamente la nostra capacità di risolverli”.
Rimuginando queste…allegre considerazioni, oggi, davanti a Montecitorio ho ascoltato la banda della Marina Militare che, con lodevole intento, tentava di ravvivare gli scarsi spiriti dei pochi astanti suonando pezzi della nostra tradizione patriottica o popolare. Curiosamente, invece, le musiche mi hanno fatto l’impressione di un epicedio (canto funebre degli antichi Greci), come se fosse un triste vento a suonare le cetre che abbiamo appese alle fronde dei salici (dal salmo 137). Ma non per voto, come dice Salvatore Quasimodo, attingendo al salmo;…..forse col voto, anche lontano?
Roma, 9 novembre 2014 (76° anniversario della Kristallnacht)

PS: Come dicevo nel titolo, spero che questa domanda resti senza risposta; perché, magari, è sbagliata, forse solo frutto della lieve brezza del sud che rende questo novembre troppo dolce. Vedremo presto.


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