"Così va spesso il mondo... voglio dire, così
andava nel secolo decimo settimo"
(di Felice Celato)
E’ noto che Alessandro Manzoni amasse
particolarmente un personaggio storico che, quasi unico, compare col suo vero
nome ne I promessi sposi, ed anzi è
anche protagonista di vicende cruciali nel romanzo (per esempio, della
conversione dell’Innominato). Si tratta, come tutti avrete capito, del
cardinale Federigo Borromeo che, anche qui unico fra i vari personaggi che
compaiono nella storia, è un potente che non scende a compromessi col potere
politico e si comporta sempre in modo esemplare, con grande cura ed attenzione
verso i deboli e gli indifesi.
Eppure anche di lui, nel capitolo XXXII de I Promessi sposi, Manzoni, con grande
riluttanza, menziona una debolezza a proposito, ahinoi!, di una certa
accondiscendenza del Cardinale al “pensiero comune”. Ecco il passo:
“Due
illustri e benemeriti scrittori hanno affermato che il cardinal Federigo
dubitasse del fatto dell'unzioni . Noi vorremmo poter dare a quell'inclita e
amabile memoria una lode ancor più intera, e rappresentare il buon prelato, in
questo, come in tant'altre cose, superiore alla più parte de' suoi
contemporanei, ma siamo in vece costretti di notar di nuovo in lui un esempio
della forza d'un'opinione comune anche sulle menti più nobili. S'è visto,
almeno da quel che ne dice il Ripamonti, come da principio, veramente stesse in
dubbio: ritenne poi sempre che in quell'opinione avesse gran parte la
credulità, l'ignoranza, la paura, il desiderio di scusarsi d'aver così tardi
riconosciuto il contagio, e pensato a mettervi riparo; che molto ci fosse
d'esagerato, ma insieme, che qualche cosa ci fosse di vero. Nella biblioteca
ambrosiana si conserva un'operetta scritta di sua mano intorno a quella peste;
e questo sentimento c'è accennato spesso, anzi una volta enunciato espressamente.
"Era opinion comune," dice a un di presso, "che di questi
unguenti se ne componesse in vari luoghi, e che molte fossero l'arti di
metterlo in opera: delle quali alcune ci paion vere, altre inventate."
Voi mi domanderete: ma come ti viene in mente
questa memoria?
Boh!? Chissà…. forse perché mi assilla il “pensiero”
comune…
Roma 17 novembre 2014
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