giovedì 1 novembre 2012

Ognissanti


Attenzione: non adatto ai "laici"
(di Felice Celato)

Oggi, desueta festività di Ognissanti, mi è capitato di ripensare ai Santi della mia vita, a quei silenziosi consolatori delle nostre insufficienze ai quali, nei vari passaggi dell’esistenza, mi è capitato di ”ricorrere” col pensiero, o meglio – se questo non scandalizza i tanti amici laici e “cattolici adulti” – di domandare sostegno ed aiuto: così ho cominciato con San Francesco, per una serie di motivi il santo di famiglia, le cui storie hanno fatto parte del mio "lessico familiare" della santità e delle mie tante visite in Assisi e a Santa Maria degli Angeli; poi a Sant’Agostino, il santo del Ginnasio, tanto amato e comunicato da due miei indimenticati professori, e a San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti poco dotati (io a scuola ero bravo ma, mi dicevo passando dalla chiesa di san Giuseppe,…..non si sa mai!); poi a san Tommaso d’Aquino, il santo del Liceo, un grande, pio e raffinato ragionatore su Dio; poi a Sant’Ignazio, il santo della mia maturità, el noble caballero, che ha dato il via a quella schiera di preti a cui vanno le mie simpatie intellettuali e spirituali. E anche a Padre Pio, silenziosamente intuito dai miei genitori. E poi, su tutti, alla Santa dei Santi, alla Maria di Loreto, la Madonna di casa e alla Maria di Lourdes, madre della mia famiglia.
La vita, ripensata attraverso le devozioni (alcune ne ho forse anche dimenticate), mi appare un percorso meno accidentato, meno solitario, meno faticoso, ed anche più lieto. Per questo la festa di Ognissanti non mi passa d’accanto senza commozione.
Roma, 1° novembre 2012

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