giovedì 6 settembre 2012

Mugugni e speranza


Ripresa delle attività (e delle angosce)
(di Felice Celato)
Bene, eccoci qua, alla ripresa, coi mugugni settembrini!
L’agosto è stato, per il nostro povero Paese, meno duro di come me l’aspettavo (Ilva ed Alcoa a parte, e non è poco). Fra oggi (decisioni BCE) ed il 12 (decisone Corte Costituzionale Tedesca) si capirà meglio dove vuole andare l’appannato progetto Europeo. Non so quando invece capiremo dove vuole andare l’Italia; forse bisognerà aspettare le elezioni, e non è una bella né breve attesa. Nel frattempo assistiamo stupefatti al marasma della politica: Berlusconi “minaccia” (è proprio il caso di dire!) di ri-scendere in campo (e del resto, se non si ricandida lui, chi candiderà il PDL? Alfano? Cicchitto, Gasparri? Montezemolo? Scajola?); Tremonti annuncia un suo partito; Passera ammicca a destra e sinistra; Vendola, Di Pietro e Casini si contendono il letto del PD che Renzi riempie di spine per il povero Bersani; il quale, dal canto suo, moderno Procuste, cerca di tagliare i propri potenziali alleati per renderli adatti al suo letto (peraltro reso spinoso da Renzi!). Letta (Enrico) veleggia silenzioso, quasi per far intendere che lui non esiste; nel frattempo, l’ottimo Fassina, tenendo fisso lo sguardo su di esse, affina le sue moderne visioni economiche che Boccia gli boccia. Tutti insieme, però, lavorano intensamente (sic!) ad una nuova legge elettorale che ciascuno commisura ai suoi propri interessi immediati, chi rivolendo il Mattarellum, chi sperando di tenersi il Porcellum, chi puntando tutto su un nuovo  Bordellum. Sullo sfondo Grillo si agita e grida, raccogliendo – così mi viene detto – insospettabili adesioni (di principio, immagino!).
Dal canto suo, il Governo, dove non arriva l’occhio e la mano di Monti, inanella figuracce  sui provvedimenti di attuazione delle riforme (del resto con tanti convegni da presenziare, non c’è tempo per amministrare!) e sulle gazzose (mi domando: se si vogliono tassare le gazzose perché gli obesi pesano troppo sul sistema sanitario nazionale, perché non tassare i salami e, in particolare, l’amato e grasso ciauscolo, o magari anche le pillole per la pressione che tengono in vita gli ipertesi a scapito del sistema previdenziale?)
Beh! Ora basta coi sarcasmi e torniamo ad interrogarci con serietà!
Dunque, seriamente: possiamo farcela? Non lo so, francamente; e non lo sanno nemmeno i nostri creditori, purtroppo; mi vengono molti dubbi quando leggo i giornali o guardo i telegiornali (e li guardano anche loro!). Scriveva il cardinale Martini (Qualcosa in cui credere, Piemme, 2010): di quale guarigione o di quali guarigioni abbiamo bisogno noi nel profondo? Sottolineo il plurale; abbiamo, perché è un bisogno che ci tocca anche come società. E sono tante le pesti che urgono la guarigione: la violenza, la disperazione, il disfattismo, la fuga dalle responsabilità, lo sconforto, la solitudine. Di tutti questi mali abbiamo bisogno di essere guariti nel profondo.
E dunque, come ci è proprio, speriamo di farcela, speriamo di guarire nel profondo! Ognuno a modo suo, ma speriamo! La speranza è che correnti vitali che in ogni società, per quanto sregolata, continuano ad esistere possano captare la reattività di sofferenza dei singoli e riconvogliarle verso una ripresa della consapevolezza sociale (Censis: Fenomenologia di una crisi antropologica, Francoangeli, 2011)
Rimango convinto che verità, perdono e fatica (cfr Parole guida, in questo blog, del mese scorso) siano la ricetta generale, la chiave “filosofica”(almeno quella laica!), per la guarigione di cui parla Martini; sul piano del fare rimango anche convinto che esistano le vie d’azione che sono alla nostra portata, solo che le si voglia considerare con serietà e capacità di proposta. Torno a segnalare a tutti (l’ho già fatto in due blog del 9 marzo e del 6 maggio uu.ss) un serio documento concreto che non ha ricevuto, finora, le attenzioni che merita: Perché l’Italia non si spenga, in www.perunanuovaitalia.it ).C’è molto di quel che possiamo fare, guardando ad un profondo rinnovamento con coraggio e fantasia. Buona ripresa, a tutti!

Roma 6 settembre 2012

1 commento:

  1. La via di uscita dalla crisi e' europea, o non e'. Nessuna riflessione strategica sulla necessaria riforma di Governance politica comunitaria pero' avanza, e nemmeno se ne parla. Aspettiamo al traino le decisioni della BCE, negoziate con Bundesbank e Merkel, oppure attendiamo trepidanti la sentenza della Suprema Corte tedesca. Mancano i De Gasperi, gli Schumann, gli Adenauer, gli Spinelli, i Kohl, i Mitterand. Se non alziamo gli occhi alla costruzione europea, restiamo a guardare il dito delle nostre vicende periferiche

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