Leggi “biologiche”
(di
Felice Celato)
Ha
ripreso vigore (complice una sentenza della Corte Europea) l’eterno tormentone
delle leggi ad argomento biologico (fecondazione assistita, testamento
biologico, etc), con il solito seguito di fidelismi e laicismi (bene, tanto non
abbiamo nient’altro di cui occuparci!)
Non
ho competenze di sorta per formulare giudizi al riguardo; solo mi permetto di suggerire due cose:
Ai “laici”: quando dite che la
Chiesa (il Vaticano, la CEI, i cattolici, i democristiani, etc; di solito fate
una gran confusione nei termini) non deve “imporre le sue opinioni (talora
dite: ideologie) a chi non le condivide”, dite, secondo me, una cosa giusta (in
principio) ma non pertinente: nessuno (Chiesa, Vaticano, CEI, etc) pensa di
voler rendere santo (o semplicemente virtuoso) alcuno per legge. Semplicemente,
invece, la Chiesa (Vaticano, CEI, etc) quando difende con forza (talora esagerata,
secondo me, vedi oltre) un principio (apparentemente) etico, lo fa – in campo
politico – perché ritiene che sia un
male per la società e per l’uomo non conformarsi a quel principio ed
assume (fondatamente) che sia suo diritto (e dovere) il farlo. Così come fa (a
pieno diritto) qualsiasi altra persona o entità o fazione quando esprime una
sua idea del futuro e del bene della società e dell’uomo (cioè, come dicono
quelli che usano un linguaggio "di sinistra", quando “si batte per qualcosa”).
A noi cattolici: facciamo assai
bene a dire (e testimoniare) con chiarezza e fermezza quel che pensiamo sia
bene per l’uomo e per la società; facciamo male (secondo me) quando
trasformiamo queste sacrosante enunciazioni in manifesto politico (o, peggio
ancora, in principio di esclusione politica). E ciò per due motivi: (1) se il
beneficio per l’uomo e per la società non è valutato tale dalla maggioranza
degli altri, non serve a nulla tentare di imporlo; (2) nessuno fa (saggiamente)
battaglie per le quali ragionevolmente stima in anticipo la sconfitta (Lc., 14,
31-32: Quale re, partendo in guerra
contro un altro re, non siede prima ad esaminare se può affrontare con
diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è
ancora lontano gli manda un’ambasceria per la pace.)
Roma,
30 agosto 2012
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