Bilancio (provvisorio, come tutti i bilanci)
(di Felice Celato)
Difficile fare un bilancio di quest’agosto Italiano; però tenterò, non foss’altro perché da sempre la fine del cosiddetto periodo delle vacanze mi suona come una specie di laicissima fine d’anno. Quest’anno, poi, particolarmente significativa: siamo alla nascita – ho appreso – di un nuovo umanesimo, una sorta di nuovo Rinascimento (decorrenza: settembre p.v.) che getterà alle nostre spalle le scorie di quello scamuffo che, senza nostra colpa (??), ci era capitato di incarnare (come paese, intendo) negli ultimi tempi ruggenti. E dunque vale la pena di soffermarsi – per una pausa ironica – su questa cesura agostana.
Dico subito che per me finisce la consueta ansia vacanziera: figli e nipoti sono tornati dai loro giri (più o meno insensati) sani e salvi; gli amici vaganti cominciano a programmare i loro ritorni, carichi di cose da raccontare con le gambe sotto il tavolo; l’ordinaria ansia quotidiana riprende i suoi ritmi ai quali da qualche anno – volente o nolente – mi sono reso avvezzo; e dunque un bilancio dell’agosto si può abbozzare (anche con due giorni d'anticipo), dividendo – come fa ogni buon bilancista – le cose buone che sono maturate al caldo (l’attivo del nostro bilancio, destinato a tramutarsi in sperati pingui incassi, forse già da settembre) da quelle cattive che sono fiorite sotto il sole e che non mancheranno di giuocare il loro nefasto influsso sui mesi a venire (le passività, si sa, inevitabilmente generano esborsi, finché la baracca si regge).
Dico subito che per me finisce la consueta ansia vacanziera: figli e nipoti sono tornati dai loro giri (più o meno insensati) sani e salvi; gli amici vaganti cominciano a programmare i loro ritorni, carichi di cose da raccontare con le gambe sotto il tavolo; l’ordinaria ansia quotidiana riprende i suoi ritmi ai quali da qualche anno – volente o nolente – mi sono reso avvezzo; e dunque un bilancio dell’agosto si può abbozzare (anche con due giorni d'anticipo), dividendo – come fa ogni buon bilancista – le cose buone che sono maturate al caldo (l’attivo del nostro bilancio, destinato a tramutarsi in sperati pingui incassi, forse già da settembre) da quelle cattive che sono fiorite sotto il sole e che non mancheranno di giuocare il loro nefasto influsso sui mesi a venire (le passività, si sa, inevitabilmente generano esborsi, finché la baracca si regge).
Ne menzionerò tre cattive e tre buone, lasciando ai lettori il giuoco di aggiungerne a loro piacimento nel personale bilancio agostano che ciascuno potrà fare.
Cominciamo dalle cattive: la cosa più inquietante, per me, è stato il pessimo calcio-mercato del Milan, battezzato da una amara sconfitta alla prima uscita ufficiale (ahimè contrappuntato da una sonante vittoria dell’Inter e da una – magari stentata – della Juventus) ; poi c’è stata la morte di Felice Gimondi, l’omerico Ettore del ciclismo della mia gioventù (fuori da ogni ironia: una bella persona, prima ancora di essere stato un grande atleta!). Infine, forse la peggiore delle notizie: la Regina Elisabetta decreta la sospensione (temporanea) del Parlamento Inglese, per consentire un sereno non-dibattito sulla questione Brexit. Non vorrei – e capirete bene quanto la cosa mi preoccupa per l’amore che porto ai pp. Gesuiti! – che i moderni loro confratelli inglesi possano concepire – oltre 400 anni dopo l’infausto tentativo di ben altra scaturigine – una nuova Congiura delle polveri!
Passiamo ora alle cose buone: per fare il buon nonno, ho spiegato accuratamente al mio nipotino di nemmeno cinque anni il basilare concetto (del quale nessun bambino dovrebbe fare a meno!) dell’utilità marginale del capitale. La saggezza e la prontezza del nipotino mi hanno colpito molto positivamente, da farmi temere che il Presidente della Repubblica potesse improvvisamente convocarlo al Quirinale, dato che – ci spiega un cripto-comico prestato alla politica – ora, col nuovo Governo di cui ho vagamente sentito parlare, i ministri saranno scelti - in omaggio alla discontinuità - tra personalità competenti (poi, pare, che oltre alla quota rosa, nel prossimo governo, ci sarà anche una quota verde, nel senso dell’età!). Poi, altra notizia da salutare come foriera di grandi sviluppi: pare che Greta abbia potuto gridare “Terra, terra!” davanti alla costa Usa, baldamente raggiunta in barca anziché in aereo (da tempo ormai detesto anch’io gli aerei, per ragioni che qui sarebbe lungo spiegare e comunque diverse da quelle di Greta). Infine, ultima buona nuova, pare che Wanda Nara stia per risolvere il giallo dell’estate, ponendo fine all’angoscioso rovello che ci ha rovinato l’estate: che fine farà Icardi?
Fin qui l’abbozzato bilancio agostano. Per sottrarmi all’angoscia delle passività appena elencate (e di altre che per brevità ho omesso di citare) mi sono avventurato nella lettura di un Trattato sull’anima (Castelvecchi 2014), scritto da uno scienziato francese (Philippe Lazar) in ottica esplicitamente materialista. Una lettura colta che raccomando a tutti, soprattutto agli amici coi quali intesso quotidianamente quella rete di relazioni col mondo che costituiscono, per il materialista Lazar, l’essenza dell’anima che non muore col corpo.
Roma (finalmente!) 29 agosto 2019
P.S. Per meri fini scramantici, incrociamo le dita sugli esiti degli ulteriori 2 giorni di agosto che ci aspettano! Non si sa mai quali sorprese può recare ogni giorno!