I valori degli italiani
(di
Felice Celato)
Giunta
alla terza edizione (la prima dell’86, la seconda del 2011), l’analisi del
Censis sui valori degli italiani presentata oggi (la sintesi si può scaricare
dal sito del Censis) delinea un passaggio forse decisivo: la crisi antropologica
che ha caratterizzato il degrado sociale degli ultimi anni sta forse consumando il suo slancio e, come un
pendolo giunto al suo punto morto, si appresta, forse, a liberare energie per
un’inversione di tendenza, non priva, peraltro, di pericolose ambivalenze.
L’energia potenziale di questa (sperata) nuova dinamica può innescare un poco
vitale “ritorno al passato, su sentieri
già battuti, alla ricerca di dimensioni più raccolte, più familiari, più
protettive e rassicuranti” o forse aprire “percorsi nuovi, di reale collaborazione, di autentica riscoperta
dell’altro, di un nuovo modo di lavorare e, perché no, di una ricerca effettiva
di dimensioni più alte di vita”.
Su
questo bivio si pongono i risultati, per qualche verso incoraggianti, che il Censis,
fra mille cautele, si sforza di traguardare, con mirate rilevazioni, come un
frutto inatteso del nostro “egoismo
stanco”, quasi come se stia nascendo una nuova voglia di essere altruisti,
ridisegnando una nuova (e forse antica) gerarchia dei valori per un paese –
come ha osservato Massimo Franco che commentava l’analisi – “che ha plasmato se stesso negli ultimi anni
nella cultura del conflitto”.
Non
è facile, dopo anni di un degrado che
lascia ancora ingombre di sé le nostre convivenze, avviare un’inversione di
rotta, per la quale sembrano tuttora mancanti (dice De Rita) tensione e coaguli
e rappresentanza. Ma l’energia che naturalmente si accumula alla fine della
corsa di un pendolo forse non è priva di una sua positiva consistenza e forse “l’egoismo, la passività, l’irresponsabilità,
il materialismo e tutti gli aspetti che hanno caratterizzato il degrado sociale
degli ultimi anni…..mostrano di non avere la forza necessaria per andare oltre”.
Vedremo:
ancora una volta il Censis sembra voler ragionatamente (e amorosamente)
annaffiare i germogli di una speranza, senza tenersene nascosti rischi ed
incognite. Ancora una volta, secondo me, vale la pena di seguire con
trepidazione gli sprazzi più luminosi, sperando, appunto, che si tratti di un
sia pure lento ritorno del sereno.
Roma,
6 dicembre 2013
PS:
vale senz’altro la pena di cercare e di leggere il testo completo dell’analisi
(credo pubblicata da Marsilio) , come al solito sicuramente ricca di dati
interessanti.
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