giovedì 7 novembre 2013

Il ritorno del pendolo?

I valori degli italiani
(di Felice Celato)
Giunta alla terza edizione (la prima dell’86, la seconda del 2011), l’analisi del Censis sui valori degli italiani presentata oggi (la sintesi si può scaricare dal sito del Censis) delinea un passaggio forse decisivo: la crisi antropologica che ha caratterizzato il degrado sociale degli ultimi anni sta forse consumando il suo slancio e, come un pendolo giunto al suo punto morto, si appresta, forse, a liberare energie per un’inversione di tendenza, non priva, peraltro, di pericolose ambivalenze. L’energia potenziale di questa (sperata) nuova dinamica può innescare un poco vitale “ritorno al passato, su sentieri già battuti, alla ricerca di dimensioni più raccolte, più familiari, più protettive e rassicuranti” o forse aprire “percorsi nuovi, di reale collaborazione, di autentica riscoperta dell’altro, di un nuovo modo di lavorare e, perché no, di una ricerca effettiva di dimensioni più alte di vita”.
Su questo bivio si pongono i risultati, per qualche verso incoraggianti, che il Censis, fra mille cautele, si sforza di traguardare, con mirate rilevazioni, come un frutto inatteso del nostro “egoismo stanco”, quasi come se stia nascendo una nuova voglia di essere altruisti, ridisegnando una nuova (e forse antica) gerarchia dei valori per un paese – come ha osservato Massimo Franco che commentava l’analisi – “che ha plasmato se stesso negli ultimi anni nella cultura del conflitto”.
Non è facile, dopo anni di un degrado  che lascia ancora ingombre di sé le nostre convivenze, avviare un’inversione di rotta, per la quale sembrano tuttora mancanti (dice De Rita) tensione e coaguli e rappresentanza. Ma l’energia che naturalmente si accumula alla fine della corsa di un pendolo forse non è priva di una sua positiva consistenza e forse “l’egoismo, la passività, l’irresponsabilità, il materialismo e tutti gli aspetti che hanno caratterizzato il degrado sociale degli ultimi anni…..mostrano di non avere la forza necessaria per andare oltre”.
Vedremo: ancora una volta il Censis sembra voler ragionatamente (e amorosamente) annaffiare i germogli di una speranza, senza tenersene nascosti rischi ed incognite. Ancora una volta, secondo me, vale la pena di seguire con trepidazione gli sprazzi più luminosi, sperando, appunto, che si tratti di un sia pure lento ritorno del sereno.
Roma, 6 dicembre 2013


PS: vale senz’altro la pena di cercare e di leggere il testo completo dell’analisi (credo pubblicata da Marsilio) , come al solito sicuramente ricca di dati interessanti.

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