Le file greche
(di
Felice Celato)
Lo
stupore (uno dei “pilastri” di questa rubrichetta) ha – ho scoperto l’altro
giorno ascoltando una conversazione filosofica sullo stupore – nobili ed
importanti “padri” nei sommi filosofi greci Platone ed Aristotele; il primo,
addirittura, pone lo stupore alla base della filosofia: “E’ veramente proprio del filosofo il provare stupore; né vi è altro
cominciamento della filosofia se non questo”.
Più
recentemente, siamo nel secolo dei “lumi”, il discepolo di Gottfried Wilhelm Leibniz,
Ernst Platner, filosofo egli stesso, ebbe a darne – dello stupore – una
definizione che mi ha colpito: “Lo
stupore è un forte e veloce scuotimento dell’attenzione verso un oggetto nuovo
ed inatteso”.
Forte
di questi alti conforti, ho accettato, con rassegnazione lo scuotimento che mi ha generato, l’altro
giorno, una discussione fra amici e colleghi (tutti eccelsi conoscitori
dell’economia e della finanza e assolutamente non sospettabili di inclinazioni
pressapochistiche o – men che meno – leghistico-nazionalistiche) sui possibili
esiti della confusa e paurosa crisi in atto sui mercati europei dei debiti
sovrani (in particolare, come è ovvio, con riferimento alla attuale situazione
greca e alla possibile, analoga situazione in cui si troverebbe l’Italia se si
dovesse abbracciare la tesi che l’unica
via d’uscita dai nostri guai sia l’abbandono dell’Euro come moneta nazionale);
insomma, (fatto nuovo ed inatteso) ci sono persone altamente qualificate che, quando possono parlare con
la libertà che si usa fra amici, non escludono che la via da percorrere per noi
sarebbe quella cui sembra (appunto: sembra) avviata la Grecia: è vero,
ritornando alla lira, ci sarebbe una svalutazione massiccia che potrebbe alleggerire
(in parte) il carico del debito pubblico e dare all’economia un (almeno
transitorio) boost atto ad arrestare
il processo di caduta del nostro sistema economico. E ci sarebbe una
ricongiunzione della sovranità politica con quella monetaria (che nell’attuale
assetto europeo sono separate). Ma le conseguenze sarebbero, a mio modo di
vedere, talmente sconvolgenti, sul piano economico, politico e sociale, da
lasciar prevedere…..l’imprevedibilità degli esiti, ferma restando la loro
enorme gravità.
Un
“assaggio” di tale dinamica l’abbiamo avuto ieri guardando su un telegiornale – è sempre più penoso il
farlo regolarmente – le immagini delle file dei Greci per ritirare dai conti
correnti, pare, fino ad 1,2 miliardi di € fra lunedì e martedì, nel timore della
devastante crisi finanziaria che seguirebbe all’uscita della Grecia dall’Euro
(e forse dall’Europa).
Forse
i Greci, come ci dicono alcuni sondaggi, temono assai più dei loro
irresponsabili politici – peraltro da loro recentemente eletti – questo possibile
evento, a conferma di mie antiche perplessità sui limiti “emotivi” di certe
scelte “democratiche” che mi fanno pensare alla nota – e provocatoria –
definizione della democrazia che dava quel grande genio della letteratura
moderna che è stato Jorge Luis Borges (“un
curioso abuso della statistica”, mi pare); ed anche della frequente maggior
saggezza del cittadino quando è lontano dall’ordalia “vendicativa” delle urne,
eccitata dai populisti di turno.
Ci
pensino bene gli Italiani, questo popolo di (forse ex) risparmiatori, un po’
faciloni e un po’ superficiali; ci pensino bene, alle file greche, alcuni nostri politici amanti
delle scappatoie. E ci pensi bene anche e soprattutto l’Europa degli egoismi e
delle indecisioni strategiche: forse, anche in questa materia, vale l’antico
principio “electa una via non datur
recursus ad alteram” (scelta una via, non si può ricorrere ad un’altra).
L’Europa è la nostra via, e su questa via vanno fatti i necessari passi avanti
per procedere, anche a costo di dover stringere con forza i denti (come a noi
tocca di fare, rassegniamoci a questo) per “acciuffare” tutte le
opportunità di tornare a crescere, senza soluzioni “finanziarie e monetarie” di
illusorio, transitorio e pericoloso effetto.
Oggi
ho controllato: le file greche hanno scosso anche i più audaci sostenitori di
soluzioni tanto radicali quanto sconvolgenti.
Roma
17 maggio 2012
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