Discussioni, sullo sfondo, nel frattempo
(di
Felice Celato)
Discussioni: Come è facile immaginare,
in questi tempi di profonde e pericolose convulsioni politiche, non sono
mancate, fra i soliti amici, discussioni, anche accese, sulla natura del
passaggio che stiamo vivendo e sui suoi possibili sviluppi.
Se
volessi tentare una sintesi per poli estremi, direi che in fondo – nel generale
raccapriccio per ciò che ci tocca di vedere e sentire – la vera divergenza di
opinioni è sulla sorte del sistema politico italiano, (forse più storicamente
che formalmente) basato sull’intermediazione dei partiti politici (positiva o negativa che sia
risultata; e io credo positiva, per lungo tempo) fra la base elettorale e la formazione della volontà dello Stato.
Ebbene,
io qui, come mi accade sovente, sono rimasto isolato nella convinzione che solo
una metodica e prolungata bastonatura (politica, naturalmente) degli attuali
partiti “votabili” senza vergogna (intendo per tali quelli che non esprimono
solo borborigmi) può indurli ad abbandonare – finché ne sono in tempo – le loro
pavloviane dipendenze da stanchi
modelli di pensiero e di posizionamento “ideologico”.
Altri,
invece, pensano che una prolungata bastonatura (politica, naturalmente) non
faccia altro che alimentare i borborigmi e che, in fondo, occorra dare merito
ai partiti del loro sia pur confuso prodigarsi per “mediazioni”, ben reclamizzate (secondo me oltre i loro meriti).
Confesso
che le argomentazioni dell’”altra fazione” spesso mi convincono: da tempo,
penso, infatti, che l’opinione pubblica si crea e che “64.000 ripetizioni fanno
la verità” (Huxley); però, ciò non ostante, ogni volta che risento parlare
qualche “eterno stagionato” politico (si tratti di D’Alema, Cicchitto, Bindi o,
ahimè, talora Bersani) torno a pensare che le bastonature (politiche,
naturalmente) non sono state sufficienti e che bisogna perseverare: sembra non
sia ancora chiaro che contesti mutati esigono pensieri mutati e che ripetere le
solite azioni quando si sono rivelate inefficaci non cambia il destino delle
stesse.
Sullo sfondo, comincia a vacillare (in
parte, secondo me, a ragione, e come, del resto, era prevedibile) la fiducia nell’efficacia
dell’azione (per la verità un po’ appannata) del Governo, mentre non si
ricostituisce quella nell’Europa. Straordinario pabulum per borborigmi scatenati! Molto preoccupante, come
temevamo.
Nel frattempo, nella generale
indifferenza dei cittadini e dei partiti, è stata modificata la Costituzione,
con la previsione dell’obbligo (attenuato) del pareggio di bilancio: vi era
sfuggito che se ne discuteva? Eppure, come da Costituzione, richiedeva ben
quattro passaggi in Parlamento! Ah! E’ vero: c’era il ben più importante
articolo 18 della legge 300 del 20 maggio 1970! Avete sentito qualcuno
dibattere che cosa può voler dire prevedere in Costituzione il pareggio di
bilancio? Io no, salvo rare eccezioni, ma in fondo una spiegazione c’è: entra
in vigore dopo le prossime amministrative parziali!
Sempre nel frattempo, è partita la
raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sul finanziamento dei
partiti, che rimarrebbe sempre pubblico, nella sostanza, ma sotto il controllo
“democratico” dei cittadini, nelle cui mani viene messo il rubinetto; raccolta
promossa dal prof Capaldo. Vedasi www.perunanuovaitalia.it,
sito già citato in questo blog. La nuova proposta prevede anche un meccanismo
di soft landing, per il passaggio
senza traumi al nuovo sistema di finanziamento. Io firmerò.
Roma,
18 aprile 2012
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