mercoledì 18 aprile 2012

Inferno e purgatorio/2


Discussioni, sullo sfondo, nel frattempo
(di Felice Celato)

Discussioni: Come è facile immaginare, in questi tempi di profonde e pericolose convulsioni politiche, non sono mancate, fra i soliti amici, discussioni, anche accese, sulla natura del passaggio che stiamo vivendo e sui suoi possibili sviluppi.
Se volessi tentare una sintesi per poli estremi, direi che in fondo – nel generale raccapriccio per ciò che ci tocca di vedere e sentire – la vera divergenza di opinioni è sulla sorte del sistema politico italiano, (forse più storicamente che formalmente) basato sull’intermediazione dei partiti politici (positiva o negativa che sia risultata; e io credo positiva, per lungo tempo) fra la base elettorale e  la formazione della volontà dello Stato.
Ebbene, io qui, come mi accade sovente, sono rimasto isolato nella convinzione che solo una metodica e prolungata bastonatura (politica, naturalmente) degli attuali partiti “votabili” senza vergogna (intendo per tali quelli che non esprimono solo borborigmi) può indurli ad abbandonare – finché ne sono in tempo – le loro pavloviane dipendenze da stanchi modelli di pensiero e di posizionamento “ideologico”.
Altri, invece, pensano che una prolungata bastonatura (politica, naturalmente) non faccia altro che alimentare i borborigmi e che, in fondo, occorra dare merito ai partiti del loro sia pur confuso prodigarsi per  “mediazioni”, ben reclamizzate (secondo me oltre i loro meriti).
Confesso che le argomentazioni dell’”altra fazione” spesso mi convincono: da tempo, penso, infatti, che l’opinione pubblica si crea e che “64.000 ripetizioni fanno la verità” (Huxley); però, ciò non ostante, ogni volta che risento parlare qualche “eterno stagionato” politico (si tratti di D’Alema, Cicchitto, Bindi o, ahimè, talora Bersani) torno a pensare che le bastonature (politiche, naturalmente) non sono state sufficienti e che bisogna perseverare: sembra non sia ancora chiaro che contesti mutati esigono pensieri mutati e che ripetere le solite azioni quando si sono rivelate inefficaci non cambia il destino delle stesse.

Sullo sfondo, comincia a vacillare (in parte, secondo me, a ragione, e come, del resto, era prevedibile) la fiducia nell’efficacia dell’azione (per la verità un po’ appannata) del Governo, mentre non si ricostituisce quella nell’Europa. Straordinario pabulum per borborigmi scatenati! Molto preoccupante, come temevamo.

Nel frattempo, nella generale indifferenza dei cittadini e dei partiti, è stata modificata la Costituzione, con la previsione dell’obbligo (attenuato) del pareggio di bilancio: vi era sfuggito che se ne discuteva? Eppure, come da Costituzione, richiedeva ben quattro passaggi in Parlamento! Ah! E’ vero: c’era il ben più importante articolo 18 della legge 300 del 20 maggio 1970! Avete sentito qualcuno dibattere che cosa può voler dire prevedere in Costituzione il pareggio di bilancio? Io no, salvo rare eccezioni, ma in fondo una spiegazione c’è: entra in vigore dopo le prossime amministrative parziali!

Sempre nel frattempo, è partita la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sul finanziamento dei partiti, che rimarrebbe sempre pubblico, nella sostanza, ma sotto il controllo “democratico” dei cittadini, nelle cui mani viene messo il rubinetto; raccolta promossa dal prof Capaldo. Vedasi www.perunanuovaitalia.it, sito già citato in questo blog. La nuova proposta prevede anche un meccanismo di soft landing, per il passaggio senza traumi al nuovo sistema di finanziamento. Io firmerò.


Roma, 18 aprile 2012

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