domenica 1 aprile 2012

Anniversario piccolo



Un anno di conversazioni asincrone
(di Felice Celato)
Dunque in questi giorni il nostro blog compie un anno! E’ giusto fare un piccolo bilancio di questa divertente esperienza che devo al suggerimento della giovane neo-giornalista Chiara A..
Era nata, l’idea, non certo dalla convinzione di avere qualcosa di importante da dire; certamente chi scrive per il piacere che qualcuno lo legga deve avere una venatura narcisistica nel suo carattere, che non escludo di avere, in piccola misura, anch’io: in fondo mi è sempre piaciuto scrivere, fin dai tempi del liceo (ricordo con un misto di soddisfazione e di vergogna di aver scritto, per una mia futura cognata, una – dissero i suoi professori - bellissima recensione su un libro che non avevo letto); ed anche sul lavoro ho sempre avuto la sensazione che mi riuscisse bene scrivere note, relazioni, piani e progetti. E non escludo – qualcuno potrebbe rinfacciarmelo – di aver avuto spesso la grata sensazione di farlo almeno con efficacia e di essermi magari anche compiaciuto di questo “dono di natura” che – nella percezione di molti miei colleghi – mi faceva sentire a mio agio quando ordinavo, anche rapidamente, le nostre idee per iscritto.
Ma, posso assicurarvelo, non c’è stata alcuna (…cosciente) motivazione narcisistica nella decisione di aprire un blog; semmai ci può essere stata (anzi c’è sicuramente stata) una componente ludica, essendo, come dicevo, per me divertente scrivere: lo trovo un passatempo anche utile a me stesso perché,  per scrivere, così sono solito dire, “bisogna fare la punta alla matita” (o meglio: bisognava…..; oggi si indugia nella lentezza della tastiera) e nel fare la punta alla matita o esitando alla ricerca dei tasti si scelgono con maggiore ponderazione le parole, che altrimenti, nel discorso, possono fluire con qualche disordine o con qualche ellissi di troppo (cosa che a me accade frequentemente, come mi ricorda spesso mia moglie).
Ma, credo, nemmeno la componente ludica è stata quella veramente determinante nella decisione di cominciare a “postare”; in realtà la vera ragione del blog sta nella constatazione che, in mezzo alla banalità di tanti discorsi quotidiani e nelle fatali asincronie dei nostri spazi di comunicazione, ci sfugge irrimediabilmente l’occasione, invece preziosa, di scambiare con amici e parenti punti di vista sul mondo e sui fatti, che la forma scritta ci consente di depositare quando ne abbiamo tempo, nell’attesa dell’altrui tempo per lo scambio delle idee; e che, anche, a distanza di mesi, è interessante  rivedere o per compiacerci della nostra intuizione (ah! Narciso, Narciso!) o per sorridere manzonianamente della fallacia delle nostre opinioni.
E devo dire che se anche i commenti “pubblici” sono stati scarsi, quelli privati, magari attorno alla pizza della domenica sera o nelle mail della notte, non sono mancati e hanno tutti contribuito a farmi sentire più ricco di punti di vista e più soddisfatto di aver trovato il modo di suscitarli e confrontarli.
In un anno ho scritto una sessantina di post, quindi mediamente poco più di uno a settimana; ho ricevuto circa 3500 visite (molte delle quali saranno state casuali), mediamente quindi una sessantina per ogni post, con una straordinaria concentrazione su alcuni (in particolare su quello intitolato  Confini/frontiere) che fatico a spiegarmi (ma che certamente non mi dispiace); i misteri della rete non mi hanno fatto capire la via della strana dispersione geografica dei contatti, di uno solo (dal Canada) avendo personalizzato l’origine.
Dunque, per me un’esperienza divertente ed interessante; ai miei lettori (e commentatori, in pubblico o in privato) va però il ringraziamento più vivo per aver partecipato con generosità intellettuale a questo piccolo gioco, spero intelligente, di un privato conversare asincrono realizzato col meno privato dei mezzi.

Roma, 1° aprile 2012




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