Il finto proverbio cinese per il 2025
(di Felice Celato)
Sarà difficile l’anno che viene, inutile nasconderselo; difficile ed enormemente rischioso, come ci scrivono, con solidi argomenti, i nostri commentatori più seguiti; inutile – anzi: addirittura altamente dannoso per l’umore – fare, qui, un analitico censimento delle inquietanti correlazioni che collegano fra loro gli scenari dei vari mondi di cui facciamo parte (la Terra, infestata da prepotenze e da violenze fisiche e verbali; il genere umano, tanto spesso dimentico di se stesso; l’Europa sull’orlo di una folle crisi identitaria; il nostro povero Paese, galleggiante nella banalità dei suoi slogan ad uso di menti pigre).
Nello sconforto del contesto, mi soccorrono – per mia e nostra fortuna – le parole con le quali si chiude la monumentale Introduzione al Cristianesimo di Joseph Ratzinger (qui tante volte citata): Chi crede sa che si va “avanti”, non si gira intorno. Chi crede sa che la storia non assomiglia alla tela di Penelope, continuamente ritessuta per venir continuamente disfatta. Anche il cristiano potrà essere assalito dagli incubi angoscianti, dell'inutilità di tutto […]. Ma nel suo incubo penetra la voce salvifica e trasformatrice della realtà: “Coraggio, io ho vinto il mondo” (Gv. 16,33). Il mondo nuovo, raffigurato nell'immagine della nuova Gerusalemme con cui termina la Bibbia, non è un'utopia, ma una certezza a cui andiamo incontro nella fede. C'è una redenzione del mondo, ecco la ferma fiducia che sostiene il cristiano e che lo convince che anche oggi vale la pena di essere cristiano.
Direi che basta e avanza per avviarci al Nuovo Anno, magari oppressi ma non schiacciati, sconvolti ma non disperati (2 Cor. 4,8).
Infine, per salutarci e farci un piccolo ma decisivo augurio “pratico”, attingo, dal bel libro di un raffinato intellettuale Italiano che vive ed insegna a New York (Antonio Monda, Incontri ravvicinati, La Nave di Teseo, 2024), questa citazione presa dalle sue memorie familiari (un finto proverbio cinese utilizzato dal padre coi figli): sei io ti do una cosa e tu me ne dai un'altra, alla fine ne abbiamo una entrambi. Ma se io ti do un'idea e tu me ne dai un'altra, alla fine ci ritroviamo entrambi con due idee. Ecco: che il 2025 ci arricchisca di scambi di idee (e anche che lo Spirito Santo ci aiuti a distinguere quelle che è bene trattenere in noi da quelle di cui possiamo tranquillamente disfarci)!
Roma, 31 dicembre 2024
Nessun commento:
Posta un commento