giovedì 11 luglio 2024

Faglie

Depressioni da caldo

(di Felice Celato)

Ne sono quasi certo: il caldo abbatte gli ultra settantacinquenni più assai di quanto non faccia coi ventenni e coi quarantenni! E spesse volte deprime.

Questa sconfortante constatazione aggiunge un’ulteriore cautela per chi volesse “maneggiare” le mie valutazioni politiche, già gravate dalla “maledizione” che mi insegue, forse da sempre: opzioni politiche sempre deluse (vedasi colonnina “Chi scrive”, qui accanto)! Per di più, come è ovvio, le mie fonti sono tutte di natura secondaria (attinte, cioè, dalla stampa nazionale e da qualche giornale internazionale).

Formulato questo “avviso ai lettori”, vengo alle accaldate depressioni di oggi.

Se fosse credibile una visione d’insieme delle avventure politiche del mondo, direi che il nostro mondo fronteggia (o meglio: spera di fronteggiare) almeno tre (o forse quattro) diverse faglie (da Treccani on linein geologia, frattura di masse rocciose accompagnata da spostamento relativo delle due pareti lungo il piano di frattura o di faglia …. così che terreni originariamente alla stessa quota vengono a trovarsi a diverso livello).

La prima faglia è di natura geo-politica: il mondo è incomprensibilmente diviso nell’atteggiamento verso gli autocrati e i teocrati che ne agitano la superficie. Che la divisione possa essere solo apparente (cioè riferita alla geo-politica parlata piuttosto che a quella effettivamente praticata) è non solo possibile ma soprattutto sperabile. Ma la faglia c’è e ne leggiamo tutti, nei confusi giorni che viviamo proprio nel milieu della cultura occidentale (che, ovviamente, è quello che credo di conoscere meglio).

La seconda faglia è quella di natura, per così dire, sociologica: il mondo è diviso dalle aspre sensibilità (spontanee o, assai più spesso, coltivate) sui temi delle migrazioni; temi epocali, demografici, economici e – forse – anche antropologici, che si intrecciano nelle quotidiane scompostezze – e, talora, indecenze – delle propagande politiche che vengono proposte ai molti cittadini del mondo in questo tempo coinvolti in processi elettorali.

La terza faglia è quella a noi più vicina perché le masse rocciose che ne sono interessate sono quelle della piattaforma politico-istituzionale (l’Europa) di cui siamo parte diretta: qui il piano di frattura è quello – non nuovo del resto in Europa – fra sensibilità nazionalistiche  (o sovraniste, come oggi si suol dire) e sensibilità europeistiche; le quali ultime – lo dico con franchezza – sono proprio quelle che mi riconosco, senza alcun dubbio al riguardo. Ovviamente anche queste opposte sensibilità sono l’oggetto di quotidiane e stucchevoli suggestioni emotive propinate all’opinionismo fugace dei rappresentati, anche dai cosiddetti rappresentanti quando sono in profonda crisi di leadership.

Credo – e non essendo un politologo torno a sottolineare il limite di questa opinione – che se si potesse mettere su una tabella (ah, le antiche deformazioni del desueto  mestiere!) una sintesi delle proposte politiche diffuse nel mondo occidentale si scoprirebbe che attorno a queste

faglie infuria gran parte della battaglia per la conquista delle opinioni e, conseguentemente, per la formazione  dell’offerta politica

Anche qui la cautela è d’obbligo (come sempre accade ad ogni super-sintesi di tendenze politiche): la cautela si basa soprattutto su una quarta faglia – questa di natura strutturale –

che, soprattutto nelle cosiddette democrazie occidentali (ma specialmente da noi), separa quotidianamente il proclamato dal veramente praticato (e, ancor più, dal praticabile). Si potrebbe dire, anzi, che l’Italia, da questo punto di vista, sembra confortare, nei fatti, la sostanza di questa cautela, talora, purtroppo, anche in materie che poco si presterebbero a questo gioco delle tre carte. Però confesso che sempre ne provo comunque fastidio, non foss’altro perché alimenta l’immagine di un paese sempre incline al chiacchieronismo; e poi perché (sorprendentemente) credo che in fondo i rappresentati non meritino di essere trattati come minus habentes e i rappresentanti non abbiano nulla da guadagnare, nel lungo periodo, dal palesarsi sempre del tutto privi di doti di leadership ( da Treccani on line: processo di influenza sugli altri per far loro comprendere e accettare decisioni o azioni che devono essere avviate al fine di supportare gli sforzi individuali e collettivi verso il raggiungimento di un obiettivo comune). Già: nel lungo periodo! Ma è questo l’orizzonte dei politici (dell’una o dell’altra fazione) che democraticamente mandiamo a rappresentarci?

Ma una cosa mi pare certa (e ce la insegnano i sismologi): quando una faglia si muove intensamente il rischio dei terremoti è assai elevato; particolarmente, poi, quando le varie faglie fra loro si sovrappongono.

Buon caldo a tutti!

Roma 11 luglio 2024

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