sabato 11 febbraio 2023

Scrivere e/o rileggere?

 Astrazioni dal presente

(di Felice Celato)

Un bell’articolo di Federico Baccomo su Futura, la newletter del Corriere della sera, mi ha indotto a pormi la stessa domanda che l’autore immagina gli venga posta: Ma tu, perché scrivi? E’ una domanda che – senza essere propriamente uno scrittore – ogni tanto mi faccio, specie dopo una pausa nel ritmo di queste che ho chiamato le conversazioni asincrone di questo blog.

La mia risposta sta tutta nella natura di questi brevi scritti: conversazioni asincrone, appunto; cioè un modo per mantenermi in contatto coi pochi amici coi quali valga la pena di dia-logare, cioè conversare attraverso (attraverso anche le occasioni create da questo piccolo mezzo della moderna comunicazione), per scambiarsi opinioni su quello che vediamo, sentiamo, pensiamo, esorcizzando così qualche vuoto delle nostre giornate. Non a caso ho cominciato a farlo (una dozzina di anni fa) quando hanno preso a diradarsi gli impegni che tengono giornalmente occupati la maggior parte dei nostri pensieri.

Non sempre però (ed è quello che mi accade di questi tempi) quello che vediamo o sentiamo o pensiamo “giustifica” l’azione del parlarne. Il silenzio mi pare spesso più adeguato al presente, a quello nostrano e mondano; un silenzio attonito, preoccupato, talora disgustato. Rimane però la parte “ludica” del confrontare opinioni, magari con qualche intento pro-vocatorio (del “chiamare fuori”, cioè) che spesso mi è proprio. Perciò, eccomi di nuovo dietro la tastiera; per “rendere conto” di ciò che ho fatto, in questo quasi mensile tacere, per estraniarmi emotivamente dai rumori del “villaggio”.

Dunque, in questo periodo mi sono intensamente dedicato ad un’attività che spesso raccomando a me stesso: quella di rileggere, non solo quello che ho scritto nel tempo e per rivedere l’evoluzione del mio sentire (e tentare di capirla); ma anche – anzi soprattutto – per rileggere quello che, nel tempo, ha lasciato qualche traccia nella mia mente. Ri-leggere è infatti un’occasione per verificarsi, per “controllare” ciò che nel tempo possa essere mutato anche nei nostri apprezzamenti, nei nostri gusti, nelle nostre reazioni al fluire del tempo.

Poiché spesso ho lasciato, qui, traccia delle mie letture preferite, è inevitabile che le riletture di questo periodo siano state, appunto qui, già segnalate; è perciò altrettanto inevitabile che, nel “renderne conto”, mi debba fastidiosamente autocitare.

Allora torno pressantemente ad invitare alla lettura di tre libri riletti in queste settimane, ove mai (non voglio, però, crederlo!) qualcuno dei miei lettori non abbia tenuto conto di ciò che via via segnalavo (rispettivamente il 3 settembre 2013, il 26 marzo 2012 e il 10 novembre 2013). 

Vengo al sodo, è proprio il caso di dire; e infatti comincio con una ri-segnalazione tosta: si tratta del (corposo e denso) volume che un autore di religione e cultura ebraica (Sholem Asch) dedica alla vita di San Paolo (L’apostolo, è appunto il titolo del libro), tracciando una storia delle primissime predicazioni cattoliche, che l’autore intreccia benissimo con la storia dei tempi, attingendo copiosmente dalle fonti classicamente cristiane (Atti degli Apostoli e Lettere di San Paolo), facendo delle molte pagine (quasi 700!) una lettura anche avvincente.

Passo poi a due libri – da leggere assolutamente in sequenza, perché fra loro intimamente connessi – di tutt’altra natura, due libri di gusto “metafisico”, adatti – l’ho già scritto quando li ho segnalati – per lettori maturi, cioè forse anche nell’età (non solo nel gusto): Requiem e Per Isabel di Antoni Tabucchi: due consecutive divagazioni  nella memoria dell’autore, sospese in quel limbo del passato dove i ricordi (e i rimpianti e la realtà vissuta e le suggestioni più delicate delle nostre esperienze)  cominciano  a dissolversi in atmosfere oniriche e metafisiche, lungo i confini fra il reale e l’inquietudine del sognato, fra la concreta esperienza del passato e la sua significazione immaginaria.

Bene: non si vorrà negare che ho fatto del tutto per astrarre i miei lettori dal tossico dei tempi, e persino dalle imminenti… e appassionantissime  elezioni regionali.

Se qualcuno però sente la necessità di tenersi al corrente – e mi dispiace per lui o per lei – può anche rinviare ancora la lettura dei bellissimi libri che ho ri-segnalato. In fondo le pagine dei libri, specie di quelli buoni, sanno aspettare.

Roma  11 febbraio 2023 (desueto anniversario della Conciliazione ma, soprattutto, decimo anniversario delle dimissioni di BXVI)

 

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