venerdì 4 marzo 2022

Segnalazioni

Letture per evadere

(di Felice Celato)

Come spesso mi accade in periodi di angoscia collettiva, anche stavolta – in mezzo ai rumori assordanti di follie novecentesche risuscitate improvvisamente nel nostro secolo e impietosamente rimbalzate dai media – ho tentato di astrarmi tuffandomi in una difficile lettura per evadere; non, però, una lettura di evasione (come pure verrebbe naturale, prendendo in mano, chessò, un giallo o magari un libro di Murakami) ma una impegnativa lettura per evadere verso il mondo – di pensieri e sentimenti - che abbiamo amato e coltivato prima che il tempo avesse cominciato il suo tentativo di scorrere all’indietro, sospinto dai passi dei fanti e dai cingoli dei carrarmati. Eccomi, dunque, a segnalare il frutto (felice) di questa tentata evasione dal presente.

Si tratta di un volumetto (di Flavio Felice, Michael Novak, IBL Libri, 2022) che il brillantissimo storico delle dottrine politiche, cattolico e liberale (Flavio Felice) dedica al pensiero di un suo maestro, Michael Novak, appunto, politologo e teologo americano, anche lui cattolico, scomparso un lustro fa. (Ai lettori più tenaci di questo blog, potrebbe sovvenire una lettura qui segnalata, non senza qualche iniziale perplessità, nel luglio del 2018, Verso una teologia dell’impresa, edita da Il Foglio proprio nel 2018).

Il libro di Felice (…non Celato, questa volta, anche se con questo pienamente consentaneo) ricostruisce con passione il pensiero di Novak lungo il crinale della cosiddetta dottrina sociale della Chiesa (dalla Rerum novarum ai giorni nostri) per illustrarne le coerenze profonde (ma non sempre evidenti alla lettura superficiale) col moderno concetto di capitalismo democratico; centrato sull’impresa (come risposta concreta al dramma della povertà), sulle virtù cardinali dell’imprenditore (creatività, realismo e senso del valore sociale dell’agire imprenditivo), sul capitale umano (inteso come caput, ossia il luogo nel quale hanno sede le virtù e le abilità umane: l'inventiva, la creatività, la responsabilità, la comunione, la reciprocità, la laboriosità, in una parola: la persona), sull’inappellabile critica allo statalismo (qui di solito definito come statolatria), sul pluralismo politico e sociale, sulla internazionalizzazione dell’economia (che integra la dimensione economica con quella politica ed entrambe con quella culturale).

Ce ne è abbastanza, credo, per spiegare, a chi è abituato a leggere le paginette di questo blog ed in sintesi estrema, il perché degli entusiasmi che mi ha suscitato questo libretto (di 150 pagine, molto dense ma chiare); e il perché della convinta segnalazione che ne faccio ai miei lettori, nell’intento di confortare quelli che condividono i miei sentimenti su questi temi e, magari, di convertire quelli (i più) che a quei sentimenti sono più resistenti.

Qualche parola ancora vorrei dedicare all’autore del libro, il prof. Flavio Felice che ho molto apprezzato come chiarissimo speaker in un webinar sul pensiero cattolico nella dottrina dello stato e che sto anche leggendo in un’opera (assai più corposa di quella su Novak) dedicata al pensiero politico di Luigi Sturzo, del quale il Felice è un profondissimo conoscitore (I limiti del popolo – Democrazia e autorità politica nel pensiero di Luigi Sturzo, Rubettino, 2020, disponibile anche in ebook). Su questa, magari, torneremo più in là; per ora – date le premesse evasive dalle quali sono partito – mi basta godere del pensiero che questo nostro mondo occidentale, che oggi sembra messo in discussione con la prepotenza e che forse ama sé stesso meno di quanto merita, in fondo, anche in periodi di storiche violenze, ha saputo custodire la tenacia di chi ha creduto di poter parlare ai suoi contemporanei come ad uomini liberi e forti.

Roma 4 marzo 2022

 

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