domenica 27 febbraio 2022

Tragiche emozioni

Scenari novecenteschi

(di Felice Celato)

Meno di due mesi fa, dando un’occhiata preoccupata all’imminente 2022 (post L’ambiguo 2022, del 29 dic. 21) avevo esplicitamente espresso la speranza di poter provvisoriamente prescindere dal considerare i preoccupanti scenari geo-politici che avevamo (ed abbiamo) di fronte. E, come spesso mi accade, sbagliavo. Dopo poco meno di due mesi, stiamo respirando l’alito fetido di venti di guerra a poco più di 1000 km dal nostro confine (la distanza fra Trieste e Leopoli – la più vicina delle grandi città Ukraine – è di 12 ore in auto, un’ora in aereo; più o meno la stessa di quella fra Trieste e Palermo).

I giornali sono pieni di analisi, talora anche autorevoli, su quanto sta accadendo in Ucraina perché io – che non posso certo dirmi un esperto di geopolitica – tenti di allineare la mia. 

A me pare chiara solo una cosa: che il nemico contro il quale il “denazificatore” Putin (con metodi non dissimili da quelli del “nazificatore” di qualche ventennio fa) sta portando un attacco spietato, è l’Europa; ai valori di questa (di cui essa stessa talora sembra immemore) che hanno indotto ed inducono un crescente numero di “pezzi” dell’ex-impero sovietico a desiderare di entrare a far parte dell'UE, sottraendosi anche al triste "protettorato" degli epigoni di quello. E la generazione di centinaia di migliaia di profughi verso ovest è una implicazione astuta dell’attacco (una bomba atomica politica, nei nostri paesi da tempo confusi e arrovellati sul problema delle accoglienze).

I media televisivi consentono oggi di vivere quasi in diretta il dramma di una giovane nazione che, con le fionde di Davide, si appresta a resistere al Golia che tanti ammiratori ha pure da noi (basta cercare su Internet per dotarsi di argomenti sufficienti per commiserarci della nostra classe politica): il breve video di un mezzo pesante Russo, che devia dalla sua strada per fagocitare una vettura privata di un cittadino del popolo “nemico”, resterà – temo – l’immagine vivida dell’operazione in atto.

Sono – lo confesso – emozionato e confuso. Le forze del male e le loro lunghe radici nell’animo umano mi hanno sempre spaventato; tanto più quando si alimentano del sonno della ragione che – come ha magistralmente illustrato Goya – genera mostri.

Mi resta la fede che le porte degli inferi non prevarranno. Già, non praevalebunt; ma quanto sarà lungo il cammino di dolore che sarà necessario percorrere?

Roma 27 febbraio 2022

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