Pasqua illuminata
(di Felice Celato)
In questa strana Settimana Santa di isolamento fisico, mi hanno fatto “compagnia” diverse riletture meditative dei testi della Passione (segnalo quelle del p. De Bertolis SJ sul sito della Chiesa del Gesù, incentrate sulla Passione secondo Giovanni). Avvicinandosi – ormai a poche ore – la Pasqua, questa inusitata Pasqua con le chiese chiuse ai riti, la mia attenzione si è concentrata su un versetto della morte di N.S.G.C. (subito dopo lo spirò o l’emise lo spirito nei racconti di Marco 15,38 e di Matteo 27,51) che tutti abbiamo in mente, solo che si siano almeno una volta letti i racconti evangelici della Passione: “ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due dall’alto in basso”.
Il significato teologico di questo segno apocalittico è quello della cesura fra Antico e Nuovo Testamento, la fine del culto antico e l’inaugurazione del culto della Nuova Alleanza, nella quale ogni credente, di qualunque popolo, ha accesso al divino, senza i “veli” che, in gradazione diversa, “filtravano” l’ingresso al Santo dei Santi nei templi giudaici. Del resto, aveva detto Gesù alla Samaritana (Gv 4, 21-23), “viene l’ora, quando né in questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre…..viene l’ora, ed è adesso, quando i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità”.
E dunque, attraverso le vicende di queste settimane civili, abbiamo sperimentato l’esercizio di fare a meno della fisicità delle chiese, anche durante le più alte solennità del calendario cristiano. Non è stato un esercizio gradevole, specie per chi della celebrazione eucaristica ha bisogno; ma, spero, non ci abbia impedito di adorare il Padre in Spirito e Verità, anche aiutati dai poveri mezzi che la (spesso scioccamente demonizzata) tecnologia mette a disposizione. E allora, se nel tempo pasquale abbiamo anche un po' adorato il Padre in Spirito e Verità, almeno ricordandone e rimeditandone la Passione del Figlio, domani ci troveremo, dispersi nelle nostre case, a rivivere il senso profondo della Resurrezione, perché se Cristo non è risorto, …vuota allora è la nostra fede (I Cor. 15,14). E se Cristo è risorto – come noi confessiamo nella nostra fede – la [Sua] resurrezione…fonda la nostra salda speranza e illumina l'intero nostro pellegrinaggio terreno, compreso l'enigma umano del dolore e della morte (Benedetto XVI, Udienza generale del 15 aprile 2009).
Una illuminata Pasqua di Resurrezione a tutti, dunque!
Roma 11 aprile 2020 (Sabato Santo)
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