giovedì 5 dicembre 2013

Segnalazione

La giostra del piacere
(di Felice Celato)
Non avrei scommesso di essere capace di leggere fino in fondo un corposo romanzo erotico, che avevo comprato istintivamente (senza nemmeno leggere i risvolti di copertina, solo perché l’autore, Eric Emmanuel Schmitt, è, secondo me uno sperimentato scrittore raffinato e un narratore sottile); tanto più, poi, perché l’erotismo di cui sono pervase le oltre 650 pagine che lo compongono mi è apparso subito così trasgressivo e a tratti perverso (amori sensuali etero e omosessuali, non solo di coppia ma triangolati e talora poligonati in composizioni alternate di varia struttura) da risultare, per me, fastidioso (meglio: imbarazzante, direi senza imbarazzo).
E invece sono arrivato alla fine, non senza una qualche fatica, incuriosito da una vago fil-rouge che tiene insieme le molte storie narrate, nel quale mi pareva di intravvedere una venatura metafisica, del resto non estranea alle corde dell’autore: i protagonisti di questa fiera del sesso ricevono tutti un misterioso biglietto anonimo (“Questo biglietto solo per dirti che ti amo. Firmato: tu sai chi”) al quale attribuiscono, tutti, un significato diverso, preciso e mirato, tale da indirizzare o sconvolgere le loro vite affettive (e naturalmente sessuali).
E, in effetti, ne La giostra del piacere (edizioni e/o) questo vago senso di un amore trascendente compare, non solo accennato, per essere, infine, eluso in una soluzione delicata ma non proprio metafisica, come pure a tratti si lascia immaginare, ma nemmeno banale e certamente lontana dalle ossessioni che pervadono le varie storie intrecciate tra loro con innegabile perizia narrativa.
I personaggi sono tanti, tutti, a loro modo e in qualche modo, amati dal loro “inventore”, quasi tutti assetati di amore e quasi tutti incapaci di trovarlo nei sensi sconvolti dalle solitudini e delle nevrosi. C’è pure un personaggio che sembra ritagliato sul profilo del famoso protagonista di un clamoroso scandalo sessuale internazionale, forse l’unico per il quale l’autore non mostra nessun segno di tenerezza, se non forse nel destino che gli confeziona.
Non saprei dire se, e a quali fra i destinatari delle mie segnalazioni, questo libro possa piacere (non so nemmeno se a me, in estrema sintesi, sia veramente piaciuto). Posso solo ripetere che l’autore è scrittore colto e non banale (del resto su questo blog mi pare di aver già segnalato almeno tre suoi libri, Il vangelo secondo Pilato, La donna allo specchio e La parte dell’altro); che nonostante tutto il libro si legge fino in fondo; e che, sul finire, lascia un sapore dolce di affetti delicati, nei quali l’ossessione sessuale si annulla in un pietoso e umanissimo sentimento  di amore incorporeo.
Roma, 5 dicembre 2013


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