martedì 10 luglio 2012

Garibaldi


Italiani, siate seri!
(di Felice Celato)
Si dice che l’anziano Giuseppe Garibaldi, acclamato sguaiatamente da alcuni scalmanati ammiratori, si sia affacciato al balcone del piccolo albergo in cui dimorava ed abbia rivolto ai suoi rumorosi sostenitori, un mirabile discorso fatto di tre parole: ”Italiani, siate seri!”, e poi si sia ritirato.
La grande attualità di questa efficace ammonizione dell’Eroe dei due Mondi (che, dicono, non fosse un grande oratore, ma certamente era una persona seria) mi balza  alla mente ogni volta che penso all’attuale situazione del nostro Paese.
Certamente abbiamo un governo (e soprattutto un Presidente del Consiglio) che ha fatto mostra di grande serietà, anche quando ha preso decisioni non sempre integralmente condivisibili ma sempre necessarie; e credo che questo vada riconosciuto al Presidente Monti e che lo sia non solo in Italia (in larga misura) ma anche e soprattutto all’estero (in Europa ma non solo).
Dunque ci sarebbe da domandarsi come mai i cosiddetti “mercati” continuino a prezzare il rischio Italia così smisuratamente più alto del rischio Germania o del rischio Francia.
La risposta mi viene da questa articolata domanda che vorrei porre ai politici che tante volte trattano con sussiegosa degnazione il famoso “spread”, quasi come se si trattasse di una complicata alchimia degli gnomi della finanza: dunque, signor……(metteteci chi vi pare, non avete che l’imbarazzo della scelta), supponiamo per un momento (che certo sarebbe tragico per molti pensionati di tutto il mondo) che lei, signor…., sia l’amministratore di un Fondo dei Pensionati, chessò, Americani o Svedesi e che questo Fondo abbia investito gli accantonamenti previdenziali di tali pensionati anche in titoli del debito pubblico Italiano, per ammontari cospicui, come era ragionevole quando l’Italia poteva apparire un Paese affidabile. Ebbene, signor….., che farebbe lei se sentisse dire o leggesse che, a pochi mesi dalle prossime elezioni, l’ex premier Italiano (e possibile leader di governo nel 2013) medita di uscire dall’Euro? O che il leader di un movimento accreditato dai sondaggi vicino al 25% proclama confuse “teorie” politico-economiche di sapore populista- giacobino? O che il leader di un partito che si accredita come interprete dei sentimenti del Nord Italia torni a proclamare la secessione del Nord dal Sud? O che il Presidente degli industriali definisca (salvo smentirsi  tortuosamente, il giorno dopo) una “boiata” la riforma del lavoro e parli di “macelleria sociale” all’unisono con la leader del più forte sindacato dei lavoratori (e, soprattutto, dei pensionati) italiani? O che su alcuni diffusi giornali italiani si consideri il Governo che si è distinto, agli occhi di tutti in Europa, come l’estremo risanatore del Paese, come un parvenu incompetente e dannoso? O che….etc.etc.etc.
Io penso che lei, signor….., nell’interesse dei suoi pensionati, cercherebbe di disfarsi in tutta fretta dei titoli pubblici italiani che ha in portafoglio o che, quanto meno, accetterebbe di rinnovarli solo a condizione che l’Italia le riconosca un extra rendimento (appunto: uno spread) per il maggior rischio che comporta detenere in portafoglio titoli del debito pubblico di un paese cosi mal messo, dal punto di vista sociologico e culturale. Infatti, signor…., sono convinto che lei, pur non essendo del mestiere, arriverebbe a capire, da solo, che a maggior rischio deve corrispondere maggiore remunerazione, secondo un’equazione assai logica e poco sofisticata, comprensibile anche a chi non sia andato oltre il primo anno di ragioneria.
Dunque la risposta alla mia domanda di poco fa (come mai i cosiddetti “mercati” continuano a prezzare il rischio Italia così smisuratamente più alto del rischio Germania o del rischio Francia?) sta tutta in questo piccolo e paradossale esempio.
Se è così, cominciamo, prima che sia troppo tardi, ad applicare a noi tutti (prima di tutto politici, giornalisti, rappresentanti di categorie) la concisa esortazione di Garibaldi e sforziamoci, in un momento così serio per noi e per i nostri destini, di sorvegliare il modo in cui, da tanto lontano, cominciamo a prepararci all’uscita dal Purgatorio dei nostri verbosi politicanti (e aspiranti tali), tanto pronti ad elargire buoni consigli (“a fissare paletti” come usano dire) a Monti quanto lo furono nel determinare le condizioni in cui versiamo; ma anche – e questo vale per tutti, anche per i semplici elettori – di sorvegliare le nostre opinioni, mettendole in sintonia con la gravità dei nostri mali, anche qui secondo un’equazione di buon senso facile a comprendersi: a gravità dei mali, gravità dei rimedi! Purtroppo.
Roma 10 luglio 2012.

Nessun commento:

Posta un commento