sabato 16 giugno 2012

Stupi-diario economico


Capire di che si tratta: “vasto programma!”
(di Felice Celato)
Leggo (Il sole 24 ore del 13 giugno, pagina 2) che secondo i dati consuntivi e le previsioni di importanti banche internazionali il famoso rapporto Debito Pubblico / PIL passerebbe a fine 2014 al 137%, secondo la seguente tendenza:
2010     118,6 %
2011     120,1 %
2012     121,0 % (stima Morgan Stanley)
2014     137,0 % (stima Citigroup)
Supponiamo che la stima Citigroup possa essere esagerata (le cifre del governo sono senz’altro più favorevoli, ma non per questo più rassicuranti); è certo però – che come da tempo è chiaro a (quasi) tutti – che il problema dello stock del debito pubblico (anche per effetto della contrazione del PIL) è il problema di questo Paese, come, del resto anche la cancelliera tedesca ha ribadito qualche giorno fa (e del resto, pur convinti della teutonica rigidità della Merkel, come si fa a darle torto? Se gli Italiani non mettono mano alle loro ricchezze per tamponare il loro debito, perché dovrebbero farlo i Tedeschi accollandosi una parte del nostro debito?)
E il governo – che certamente se ne rende conto – vista la difficoltà di conciliare misure a breve per contenere la crescita del debito con le esigenze di crescita economica (o meglio, come ha detto benissimo Bersani a Otto e mezzo qualche giorno fa: di contenimento della recessione) si è (finalmente) deciso ad affrontare il nostro problema patrimoniale con una soluzione patrimoniale (in questo caso, la vendita di asset dello Stato, temporalmente “mediata” attraverso la costituzione di appositi fondi per il collocamento di immobili e partecipazioni – per ora – di Enti Locali), la cui necessità ed urgenza ci erano molto chiare già molti mesi fa.
Ottimo, ancorché senza dubbio si sarebbe potuto e dovuto partire prima: solo con una “spallata” al debito pubblico si può risolvere un problema che altrimenti ci porteremmo dietro per altri decenni, durante i quali i cittadini sarebbero continuamente “vessati” da una pressione fiscale depressiva ed insopportabile.
E allora che fa il responsabile dell’ economia del PD, onorevole Fassina? Salta fuori con un clamoroso “altolà”, come dicono i banalizzatori del parlare: "Un conto è valorizzare e vendere una parte degli immobili pubblici, che non sono essenziali alle funzioni dello Stato e gli enti territoriali devono svolgere, un altro è vendere le partecipazioni nelle poche grandi imprese statali che abbiamo
Poi, però, (leggo su 24Notizie.com del 15 giugno)  fortunatamente Fassina ha  aggiunto che si vuole "capire di che cosa si tratta". Vasto programma, direbbe De Gaulle!
Lo dico col massimo della presunzione consentito dalla serietà e dalla complessità della situazione: senza abusati veti ideologici, occorre fare in fretta e molto di più, se del caso usando anche l’oro della Banca d’Italia, per abbattere decisamente il debito pubblico: abbiamo capito di cosa si tratta? O abbiamo ancora bisogno che qualcuno ce lo spieghi in qualche asta dei titoli di Stato?

Roma 16 giugno 2012


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