Prospettive
(di Felice Celato)
Torniamo
a riflettere sulle prospettive
economiche e finanziarie del nostro Paese.
Voglio
subito sgombrare il campo da un possibile equivoco: credo che questo governo abbia
fatto e stia facendo bene (comunque
meglio di come avrebbero fatto i partiti) il lavoro che ci si poteva attendere
dallo stesso, come dimostrano la percezione della situazione finanziaria
dell’Italia, i tassi del suo mercato del suo debito, la credibilità internazionale
riguadagnata, l’approccio a molti temi cruciali ed anche lo stile personale dei
suoi componenti. Nella situazione data, si è fatto molto, abbastanza in fretta,
con sufficiente determinazione ed anche con un accettabile grado di concessione alle esigenze di comunicazione.
Restano sullo sfondo i problemi
(complessi e difficili da risolvere soprattutto con pochi mezzi a
disposizione) dello stimolo alla ripresa dell’economia e, temo, dell’effetto
incrociato della recessione e del ritmo (tutto sommato lento) immaginato per il
rientro dal debito. Sul piano più generale dei rapporti con la politica (dovrà
pure arrivare il 2013!) mi pare sia in corso una benefica macerazione degli
attuali partiti (secondo me in via di necessaria decostruzione e ricomposizione), come
dimostrano le convulsioni di Lega, PD e PdL ed anche conferma il recente caso
Riccardi, un rigurgito goffo delle peggiori pulsioni della peggiore politica
(che, dopo aver devastato la considerazione che di essa hanno i cittadini,
finge di offendersi per un’opinione privata molto meno truce di tante
affermazioni e gesticolazioni di coloro che per anni hanno governato). Sempre
sul piano generale mi resta comunque una forte inquietudine per le “pance” del
sistema, ma di queste abbiamo già parlato e, temo, vedremo.
Bene.
Detto questo, vengo al punto: a mio sommesso parere, la situazione finanziaria
del Paese non è ancora “in sicurezza”, come invece amano dire alcuni. Non ho
sotto mano il dato: ma se è vero quello che ieri sera ha detto il prof. Capaldo
(e l’autorità della fonte mi esenta da verifiche sui numeri) in
un’interessantissima conferenza sul possibile “salvataggio” dell’Italia, nel
2014, dopo tutto quanto si è tagliato e tassato in questi mesi, il disavanzo
complessivo del nostro bilancio pubblico (ovviamente interessi compresi) sarà ancora di 20 miliardi di €! E quindi il
debito pubblico sarà ulteriormente cresciuto, con buona pace dei nostri conti
in sicurezza. E se il PIL non si riprenderà (sono di oggi i dati preoccupanti
sugli andamenti più recenti) il rapporto debito/PIL peggiorerà ancora di più.
Torno
allora a riesumare quanto da tempo vado dicendo (e che ieri sera lo stesso
Capaldo ha riaffermato con autorevolezza certamente maggiore della mia): se non
abbattiamo fortemente il debito one shot
(con una sola botta, per dirla alla romana, e pagata da chi più ha) i nostri
problemi resteranno, temo aggravati dal persistente declino economico. Spero,
ovviamente, di sbagliare ma….non credo.
Che
fare allora? Provo a dirla grezzamente e senza diplomazie: introdurre una
patrimoniale forte, abolendo in contemporanea tutte le misure di finanza
introdotte dall’attuale governo (conservando solo quelle sulle pensioni,
sull’età pensionabile e, speriamo, su qualche imminente liberalizzazione) e
riducendo le imposte sui redditi ALMENO in misura equivalente all’economia di
interessi sul debito estinto in un solo colpo.
Chi
potrebbe farlo? E se fossero i partiti, rigenerati da questo purgatorio nel
quale sono (giustamente) sono finiti? E se fosse questo movimento di opinione
che può nascere attorno ad un illuminato progetto per una nuova Italia (si veda
il sito www.perunanuovaitalia.it animato proprio dal prof Capaldo)?
Sarebbe
una sconfessione di quanto hanno fatto “i tecnici”? Non credo, perché nessuno
vorrà negare che essi hanno operato, anche con efficacia, in condizioni di
estrema urgenza e gravità della situazione. E comunque a loro va il merito di
aver…..mandato in (un sano) purgatorio i partiti, dimostrando che si può anche fare
(oltreché insultarsi vicendevolmente e chiacchierare a vuoto).
Confesso
di non sapere se esistono le condizioni per una “rivoluzionaria” manovra di
questo genere. C’è qualcuno che vuol dire la sua su questi temi?
Roma,
9 marzo 2012 (Santa Francesca Romana)
Nessun commento:
Posta un commento