venerdì 9 marzo 2012

Per una nuova Italia


Prospettive 
(di Felice Celato)

Torniamo a riflettere sulle  prospettive economiche e finanziarie del nostro Paese.

Voglio subito sgombrare il campo da un possibile equivoco: credo che questo governo abbia fatto e stia facendo  bene (comunque meglio di come avrebbero fatto i partiti) il lavoro che ci si poteva attendere dallo stesso, come dimostrano la percezione della situazione finanziaria dell’Italia, i tassi del suo mercato del suo debito, la credibilità internazionale riguadagnata, l’approccio a molti temi cruciali ed anche lo stile personale dei suoi componenti. Nella situazione data, si è fatto molto, abbastanza in fretta, con sufficiente determinazione ed anche con un accettabile grado  di concessione alle esigenze di comunicazione. Restano sullo sfondo i problemi  (complessi e difficili da risolvere soprattutto con pochi mezzi a disposizione) dello stimolo alla ripresa dell’economia e, temo, dell’effetto incrociato della recessione e del ritmo (tutto sommato lento) immaginato per il rientro dal debito. Sul piano più generale dei rapporti con la politica (dovrà pure arrivare il 2013!) mi pare sia in corso una benefica macerazione degli attuali partiti (secondo me in via di necessaria decostruzione  e ricomposizione), come dimostrano le convulsioni di Lega, PD e PdL ed anche conferma il recente caso Riccardi, un rigurgito goffo delle peggiori pulsioni della peggiore politica (che, dopo aver devastato la considerazione che di essa hanno i cittadini, finge di offendersi per un’opinione privata molto meno truce di tante affermazioni e gesticolazioni di coloro che per anni hanno governato). Sempre sul piano generale mi resta comunque una forte inquietudine per le “pance” del sistema, ma di queste abbiamo già parlato e, temo, vedremo.

Bene. Detto questo, vengo al punto: a mio sommesso parere, la situazione finanziaria del Paese non è ancora “in sicurezza”, come invece amano dire alcuni. Non ho sotto mano il dato: ma se è vero quello che ieri sera ha detto il prof. Capaldo (e l’autorità della fonte mi esenta da verifiche sui numeri) in un’interessantissima conferenza sul possibile “salvataggio” dell’Italia, nel 2014, dopo tutto quanto si è tagliato e tassato in questi mesi, il disavanzo complessivo del nostro bilancio pubblico (ovviamente interessi compresi) sarà  ancora di 20 miliardi di €! E quindi il debito pubblico sarà ulteriormente cresciuto, con buona pace dei nostri conti in sicurezza. E se il PIL non si riprenderà (sono di oggi i dati preoccupanti sugli andamenti più recenti) il rapporto debito/PIL peggiorerà ancora di più.

Torno allora a riesumare quanto da tempo vado dicendo (e che ieri sera lo stesso Capaldo ha riaffermato con autorevolezza certamente maggiore della mia): se non abbattiamo fortemente il debito one shot (con una sola botta, per dirla alla romana, e pagata da chi più ha) i nostri problemi resteranno, temo aggravati dal persistente declino economico. Spero, ovviamente, di sbagliare ma….non credo.

Che fare allora? Provo a dirla grezzamente e senza diplomazie: introdurre una patrimoniale forte, abolendo in contemporanea tutte le misure di finanza introdotte dall’attuale governo (conservando solo quelle sulle pensioni, sull’età pensionabile e, speriamo, su qualche imminente liberalizzazione) e riducendo le imposte sui redditi ALMENO in misura equivalente all’economia di interessi sul debito estinto in un solo colpo.

Chi potrebbe farlo? E se fossero i partiti, rigenerati da questo purgatorio nel quale sono (giustamente) sono finiti? E se fosse questo movimento di opinione che può nascere attorno ad un illuminato progetto per una nuova Italia (si veda il sito www.perunanuovaitalia.it animato proprio dal prof Capaldo)?

Sarebbe una sconfessione di quanto hanno fatto “i tecnici”? Non credo, perché nessuno vorrà negare che essi hanno operato, anche con efficacia, in condizioni di estrema urgenza e gravità della situazione. E comunque a loro va il merito di aver…..mandato in  (un sano) purgatorio i partiti, dimostrando che si può anche fare (oltreché insultarsi vicendevolmente e chiacchierare a vuoto).

Confesso di non sapere se esistono le condizioni per una “rivoluzionaria” manovra di questo genere. C’è qualcuno che vuol dire la sua su questi temi?


Roma, 9 marzo 2012 (Santa Francesca Romana)

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