venerdì 15 luglio 2011

Stupi-diario

Stupi-diario del 15 7 11



Nella concitazione di questi giorni, mentre nubi dense e minacciose si addensano sulle nostre teste incoscienti , lo stupere di questa nostra rubrichetta avrebbe trovato, se solo ne avessimo avuto voglia, molte ragioni per intrattenerci. Sarebbe bastato fare un salto indietro di pochi giorni, per leggere stupefacenti quanto autorevoli proclami a suon di “ora abbassiamo le tasse” con i quali si tentava di esorcizzare i risultati di amministrative e referendum: mi sono tornati in mente – me ne rendo conto: forse un po’ cupamente – alcuni passaggi di quello straordinario libro di Joseph Roth che è La cripta dei cappuccini: “la scettica leggerezza, la malinconica presunzione, la colpevole ignavia, l’arrogante dissipazione, tutti sintomi della rovina, di cui ancora non intuivamo l’approssimarsi. Sopra i bicchieri dai quali spavaldamente bevevamo, la morte invisibile incrociava già le sue mani ossute”.


Ma, come accennavo, non ne ho avuto voglia; il Corriere della sera di oggi, però, mi ha fornito un nuovo spunto di stupore meno tragico, forse solo tragi-comico. Si tratta del pensoso articolo di un etologo illustre (Danilo Mainardi) che narra della generale commozione per Ariel, un leoncino paralizzato a tutti e quattro gli arti, attorno al quale, via Internet e Facebook, si è scatenata una battaglia per raccogliere “i fondi necessari per poterlo in qualche modo tenere in vita e fors’anche curare”: conclude, l’ottimo etologo: “A suo modo è un leone domestico (è o non è entrato nella domus, cioè nella casa dell’uomo?) e poi è un leone che, importantissimo, ha avuto in dono un nome proprio. Ciò lo ha fatto “persona” e poi, con la notorietà regalatagli dalla Rete, “personaggio”. Perché questo è ciò che conta nel mondo moderno e non è vero solo per i leoni ma anche, purtroppo, per gli esseri umani…….Perciò, anche se è un po’ un errore accanirsi terapeuticamente per tenere in vita un povero leone comunque condannato, forse può servire per la causa di quegli altri, che un nome proprio mai ce l’avranno”.


Commento: tutto giusto, in fondo il leoncino era entrato nella domus e ha un nome proprio, accanirsi terapeuticamente può servire per la causa di quegli altri! E poi, soprattutto, è un personaggio!

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