lunedì 27 giugno 2011

Un libro

Segnalo ai lettori un bellissimo libro (La Signora di Ellis Island, Einaudi) scritto da un ingegnere calabrese, Mimmo Gangemi, che francamente non avevo mai sentito prima (sicuramente per mia colpa, visto che qualche premio letterario, anche non secondario, l'aveva pure ottenuto) e che invece mi si è rivelato uno scrittore garbato, profondo, un narratore di sicuro valore oltreché un sensibile cantore di storie e valori del nostro secolo scorso, delle quali e dei quali l’autore si dimostra diretto e appassionato conoscitore.



La storia, una piccola, lunga saga familiare, è quella di Giuseppe, un forte e buon contadino calabrese che emigra in America per sfuggire al destino di povertà della sua famiglia e che, dopo un durissimo periodo di lavoro e di drammi, ritorna, come a molti emigranti è accaduto, con qualche soldo, giusto per comprarsi un piccolo campo in Calabria e tornare al mondo della sua famiglia d’origine con qualche maggiore aspettativa di meno incerta sopravvivenza . Attraversando buona parte del secolo scorso (l’ epopea dei migranti, la prima e la seconda guerra mondiale, il fascismo in mezzo, la nascente democrazia, etc), fra drammi e fatiche Giuseppe cresce nei campi e nel duro lavoro la sua numerosa famiglia, per la quale la tradizione contadina pian piano si colora di sane ambizioni di fuga verso il modesto benessere della borghesia minuta; ambizioni in parte coronate da successo grazie alla tenacia, al lavoro anche ingrato, allo studio strappato alla zappa, ed anche alla fede nei valori dell’ onestà e dell’impegno.


La signora di Ellis Island che dà il titolo al libro è il fil rouge della religiosità semplice e tenace di Giuseppe, la protagonista di un episodio, fra sogno e realtà, che segnerà la vita e la fede della sua famiglia.


Un libro anche commovente, che ci consola della sanità delle radici in un periodo in cui i rami ci appaiono secchi. E che ci lancia sprazzi della storia delle famiglie di ciascuno di noi.

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