Un augurio per tutti
(di Felice Celato)
Una bella festa, quella di domani, per chi ha la ventura di viverla alla luce della Rivelazione! Ma non solo per essi.
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano…. e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi…
A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Ed erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi ed Arabi e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”.(Atti, 2, 1-11).
L’antitesi di Babilonia (per questo la si chiamò Babele, perché il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. Gn, 11,9) e il fondamento della cattolicità (universalità) della Chiesa.
Nella Babilonia del presente, la Pentecoste rechi a tutti, fideles e non, la capacità di parlare in una lingua comune di verità; e di ascoltarsi vicendevolmente, anche facendo un po' di silenzio per veramente ascoltare.
Ci sono troppe cose che non sappiamo (o non vogliamo?) più comunicarci.
Roma, 18 maggio 2024, viglia di Pentecoste.
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