Mio padre
(di Felice Celato)
Oggi di cent’anni fa nasceva mio padre; lo ricordo a quanti dei miei amici lo hanno conosciuto in vita (è morto, quasi novantenne, nel 2013) e non possono non conservarne un ricordo simpatico, perché lo era veramente; a quanti non lo hanno conosciuto dirò solo che si trattò di un uomo serio (nel senso più adatto a lui descritto dalla Treccani alla voce “serio”: che ha e riflette un'abitudine, rettitudine, capacità e volontà di assolvere i propri doveri e gli impegni assunti) ma ironico e spiritoso, e di grande umanità. La sua storia personale ne fa un figlio dell’Italia post-bellica, quando cominciò a lavorare, fresco di laurea e di matrimonio, conoscendo le difficoltà della rinascita del paese devastato dalla guerra e i piccoli successi che pure esso offriva nel suo nuovo contesto economico e sociale. Per noi figli costituì per tutta la vita la cara e terrena immagine della Paternità Celeste: ci riuscirebbe difficile immaginarLa senza pensare che Essa ne ha tratteggiati per noi, in lui, i migliori tratti cui un uomo possa aspirare.
Roma, 2 aprile 2024
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