mercoledì 7 dicembre 2022

Segnalazione breve


L’uomo che guardava attraverso i volti 
( di Felice Celato) 

In queste giornate un po' convulse, mi sono immerso nella lettura di un nuovo libro di Eric Emmanuel Schmitt: L’uomo che guardava attraverso i volti (edizioni e/o, 2022, disponibile anche in ebook, ma uscito in Francia nel 2016). 

Un libro che raccomando ai miei lettori, come del resto credo di aver fatto su queste colonnine per diversi dei tanti racconti (se ne veda un piccolo elenco in calce al post del 27 aprile u.s.) di questo autore, a me particolarmente caro. 

Si tratta di racconto surreale e metafisico (c’è anche un’intervista a Dio!) costruito sui temi classici di questo autore, un intellettuale convertito al cristianesimo in età matura (vedasi il bellissimo racconto autobiografico ne La notte di fuoco, segnalato qui con un post del 19 dicembre 2019) ma perennemente inquieto (il mio dubbio e la mia fede camminano in parallelo lungo una frontiera comune, perché non abitano nello stesso paese; dice di lui sua figlia, che compare nel racconto: pur avendogli cambiato la vita, la grazia non aveva minato il suo umanesimo, se non “sfondando il soffitto” dentro di lui e rendendolo più aperto, più tollerante e meno incline al narcisismo antropocentrico). 

Il tutto, magistralmente montato su una trama avvincente (con un bell’intreccio di narrazioni, soprattutto nel finale), fatta di situazioni surreali, dove i morti di ciascuno costituiscono un invisibile patrimonio di relazioni lontane e un flusso di misteriose ingerenze metafisiche, nel bene e nel male. 

Insomma: un libro da leggere, godendone anche la tensione emotiva che sfocia in un sorprendente finale. 

A meno che, ovviamente, non ci si senta più attratti dalla metafisica del romanzo del POS, alla quale le cronache politiche dei nostri giorni aggiungono, anch’essi, un tocco di surrealtà. 

NB: Come avranno notato i miei più affezionati lettori, quest’anno – per la prima volta dopo tanti e solo per circostanze legate ad una tragica notizia pervenutami proprio mentre ne era in corso la presentazione – ho omesso la tradizionale noticella sull’evento del primo venerdì di dicembre: l’annuale Rapporto Censis, per me, da sempre, l’analisi più affidabile e stimolante delle vicende della nostra società nel flusso del tempo che scorre. Ma torneremo a parlarne quando avrò digerito almeno una parte del corposo volume (che non mi è ancora pervenuto). Per ora, lascerei alle nostre “meditazioni” questa fulminante sintesi, inclusa nelle Considerazioni generali: Il nostro paese, nonostante lo stratificarsi di crisi e difficoltà, non regredisce grazie allo sforzo e al rischio individuale, ma non matura. Riceve e produce stimoli a mettersi sotto sforzo, a confrontarsi con le ferite della storia, ma non manifesta una sostanziale reazione, vive in una sorta di latenza di risposta. 
Roma, 7 dicembre 2022

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