domenica 18 dicembre 2022

Gli auguri di Natale

Dio non si stanca

(di Felice Celato)


Succisa virescit: tagliata alla base (succisa), vicino alla radice, la quercia scolpita sullo stemma dell’Abazia di Montecassino rigenera teneri rami fogliosi (virescit).

Questo può essere il senso del nostro Natale, nel tempo in cui le scuri violente dell’uomo hanno reciso il tronco delle nostre perenni speranze di pace.

Anche la nostra speranza, nel segno del Dio che eternamente ritorna a scommettere sull’uomo, è chiamata a rigenerarsi, nonostante tutto.

E allora, nonostante tutto, noi fideles, torniamo a guardare al Natale come icona vivente di questo eterno ritorno dell’Emanuele, il Dio-con-noi della profezia di Isaia (VII, 13 e seg.): Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto, il Signore vi darà un segno. Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

Certo, ci è difficile scorgere nuove foglie fra le macerie dell’Ukraina o, ancora più vicino a noi, sui campi aridi delle nostre umane miserie; ma per nostra fortuna, Dio non si stanca perché è innamorato delle Sue creature e ritorna a dare il Suo segno. A noi spetta, ancora una volta, di riconoscerlo, questo segno, di trarre da Lui la nostra speranza per nuove foglie, simbolo della vita; e di coltivarli, con l’amore e l’intelligenza che ci sono stati donati, questi nuovi rametti fogliosi, perché tornino a promettere una nuova quercia.

Dio non si stanca; noi forse sì, specie quando molte forze della nostra gioventù lentamente ci abbandonano. Ma Dio è la nostra forza, non invecchia il nostro Padre Eterno, non ci abbandona il suo Santo Spirito: ci sorride di nuovo nel Natale che viene; dalla grotta dove si è fatto uomo.

Auguri a tutti, fideles o non fideles, di trovare negli occhi del Bambino (e dei bambini) la luce che da sempre smarriamo per strada e che – stavolta, ancora una volta, perché è Natale – speriamo di trattenere.

 

Roma, 18 Dicembre 2022 (Ultima domenica di Avvento)

 

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