mercoledì 15 dicembre 2021

Parole, parole, parole

 Il concetto di patriota

(di Felice Celato)

Sempre curioso di questioni linguistiche e lessicali, ho indugiato, in queste giornate sub-influenzali, sulla parola patriota, improvvisamente “risorta” (è proprio il caso di dirlo!) nel linguaggio politico come invocato requisito essenziale del futuro Presidente della Repubblica. Senza essere un filosofo della storia, ho proceduto nel ragionamento con il pedissequo metodo dei significati delle parole (le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in Palombella rossachi parla male, pensa male). 

Procediamo con tale metodo, dunque, e copiamo qui la definizione della sempre preziosa Treccani:


patrïòta (o patrïòtta) s. m. e f. (m. ant. patrïòto e patrïòtto) [dal lat. tardo patriota, gr. πατριτης, che ebbero soltanto il sign. 1; il sign. politico si è sviluppato sull’esempio del fr. patriote] (pl. m. -i). – 1. pop. Che è dello stesso paese, compatriota: siamo p.; un mio patriota2. Persona che ama la patria e mostra il suo amore lottando o combattendo per essa: i pdel Risorgimentole persecuzioni dell’Austria contro i p.; essere un buon p., un paccanito. Durante la seconda guerra mondiale, furono così chiamati i partigiani, spec. nel primo periodo della lotta per la Resistenza.

 

Bene: escludendo che la politica abbia voluto riferirsi alla prima accezione della parola (sarebbe stato come dire che il prossimo Presidente della Repubblica debba essere un cittadino italiano, magari – spero – lasciando impregiudicata la questione delle sue eventuali radice etniche diverse), ragioniamo sulla seconda accezione.

Va da sé che la seconda accezione (persona che ama la patria e mostra il suo amore lottando combattendo per essa) ha – ahinoi! – una connotazione relativa, cioè derivata dal decorso della storia e dagli esiti delle sue vicende: se, da un lato, come dice Treccani, durante la seconda guerra mondiale, furono così chiamati i partigiani, specialmente nel primo periodo della lotta per la Resistenza, non v’ha dubbio, dall’altro, che prima della seconda guerra mondiale potessero ascriversi senz'altro alla categoria dei patrioti anche Benito Mussolini, Alessandro Pavolini, Roberto Farinacci, etc.; e che, invece, subito dopo, appunto divenissero patrioti coloro che, per esempio, Mussolini l'avevano disprezzato e combattuto (non a caso il Presidente Pertini veniva giustamente definito il Presidente patriota).

Dunque il concetto di patriota è, di per sé, un concetto aleatorio; anzitutto perché dipende largamente dal concetto di patria; per esempio, per me convinto Europeista, Alcide De Gasperi fu un autentico grande patriota; ma, sempre per esempio, per un indipendentista sardo o siciliano, potevano ben esserlo Angelo Caria (fondatore di Sardigna Natzione) o Andrea Finocchiaro Aprile (presidente del Comitato per l'Indipendenza della Sicilia), entrambi nemmeno tanto remoti nel tempo, perché il secondo morì italiano nel 1964, ed il primo addirittura nel 1996, e sempre da italiano).

Poi la storia dimostra chiaramente come il giudizio sulla patriotticità di azioni od opinioni dipende dall'esito storico di quelle azioni od opinioni: il deputato socialista Tito Zaniboni o l’anarchico Anteo Zamboni sarebbero con ogni probabilità stati celebrati, già ai loro tempi, come insigni patrioti, se i loro attentati a Mussolini avessero avuto successo e, magari grazie a ciò, il fascismo non fosse diventato il regime che tanti lutti addusse agli italiani. Invece furono incarcerati o giustiziati a furor di popolo e per decenni additati come traditori della patria. Tutto ciò per dire una cosa forse, a sua volta, ovvia e immagino nemmeno ignorata da chi ha riesumato il termine: invocare un Presidente patriota (come, ho sentito dire, lo sarebbe Berlusconi e, solo forse, Draghi) è un puro ovvioma, cioè un'affermazione - magari destinata a creare ingenue suggestioni - che si presenta spontaneamente e facilmente al pensiero o all'immaginazione, come cosa naturale, ordinaria, evidente (cfr. sempre Treccani alla voce ovvio). Il Presidente della Repubblica non può che dover essere una persona che ama la patria e mostra il suo amore lottando combattendo per essa e non si può che desiderare, da parte di ogni cittadino di buon senso, che anche il prossimo eligendo lo sia. Il senso di questo desiderio dipende però dal concetto che si abbia di patria (e, per la comprensione di tutti, sarebbe bene chiarirlo) e dall’ esito che avranno le sue azioni.

Roma 15 dicembre 2021

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