venerdì 2 aprile 2021

Pasqua 2021

Auguri e buone letture

(di Felice Celato)

A.S. (ante scriptum): con questa pagina vorrei fare due cose, apparentemente ben distinte fra loro: la prima è farci gli auguri per Pasqua; la seconda è segnalarvi un libro che, con la premessa che dirò, considero un piccolo capolavoro.

 

1. Gli auguri.

La Pasqua, si sa (o si dovrebbe sapere), è una festa religiosa, di radici anche più antiche del cristianesimo: anche la pesach dei nostri fratelli maggiori ebrei era (ed è) una festa di una liberazione, del passaggio liberatore di Dio, come, in fondo, lo è anche la Pasqua cristiana (la liberazione dalla “schiavitù” del peccato mediante la Grazia); e, allo stesso tempo, è la festa del compimento della Rivelazione (attraverso – ancora – il passaggio vittorioso del Figlio in mezzo alla storia dell’uomo) e della “stipula” di una nuova relazione con Dio fondata sul Calvario e sulla Resurrezione di N.S. Gesù Cristo e sul dono dello Spirito. E certamente solo questa sua (profonda ma ormai negletta) natura religiosa “giustifica” l’abitudine di scambiarci gli auguri; altrimenti, se fosse solo per il suo significato – per così dire –  stagionale, come festa del primo plenilunio di primavera, dell’equinozio, dei mandorli in fiore o …dell’ora legale, non staremmo qui a mormorarci, magari frettolosamente, dei banali “Buona Pasqua a te e famiglia”; come, del resto non lo facciamo per l’equinozio d’autunno o… per la maturazione delle castagne. 

Non c’è Pasqua, dunque, se non c’è una profonda coscienza del suo ricchissimo significato religioso; il resto sono uova di cioccolato e colombe e gite fuori porta (quando si poteva!).

C’è una domanda, nella pericope pasquale dal Vangelo secondo Marco, che sempre mi colpisce: Maria di Magdala e Maria di Giacomo e Salome si recano al sepolcro, di buon mattino, dopo l’angoscioso abisso di silenzio del sabato santo, il giorno del nascondimento di Dio, per ungere con oli aromatici il corpo sepolto del Cristo crocifisso. E mentre camminano si domandano preoccupate: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?” (Mc. 16, 3). Ecco la Pasqua, per noi cristiani, è la risposta a questa domanda; e per questo ci facciamo gli auguri: ci auguriamo vicendevolmente di riconoscerlo sempre in mezzo a noi, Colui che vive e che ha fatto rotolare via la pietra del sepolcro. L’oscurità divina del sabato santo nel giorno di Pasqua si fa segno chiaro di una speranza che non ha confini

E dunque ha veramente senso farci, di cuore, gli auguri di una cristiana Pasqua profonda, perché di speranza – credenti o non credenti che si sia – abbiamo comunque davvero bisogno, sempre e in questo tempo.


2. La segnalazione

Premetto che l’autore (Eric-Emmanuel Schmitt) è, per me, forse il più amato fra gli scrittori viventi, del quale credo di aver letto tutto (e, su queste pagine, ho segnalato e raccomandato diversi suoi libri). Francese di nascita (il cognome è, evidentemente, alsaziano), belga di cittadinanza ma cittadino del mondo, filosofo, saggista, autore teatrale e romanziere di fama internazionale, forse cattolico ma comunque cristiano (il racconto della sua “conversione” è nel bellissimo libro La notte del fuoco, Edizioni e/o, 2016), anche stavolta affronta un tema autobiografico (l’elaborazione del suo lutto per la morte della madre) con un taglio che – lo confesso – all’inizio del libro, mi era parso vagamente patologico (ma vale senz’altro la pena di superare questo superficiale fastidio andando avanti con la lettura). E lo fa con la sua scrittura raffinata e con una profondità di spunti che ho trovato spesso anche commoventi; e anche, una volta compiuta l’elaborazione del lutto, con un  entusiasmo per la vita che fa bene ripercorrere, in questo tempo un po' triste ma pur sempre pasquale. Il libro (da Edizioni e/o, 2021) è Diario di un amore perduto.

Lo segnalo con convinzione ai miei conversatori asincroni; e in particolare, forse, a quelli che, essendo stati, inevitabilmente, figli, si trovino anche ad essere genitori. 

Di più, in ragione del tessuto sentimentale e delicato del testo, non mi pare il caso di aggiungere. 

Roma 2 aprile 2021 (97° compleanno del mio defunto ed amato genitore, col quale forse non ho parlato abbastanza, almeno finché era in vita)

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