Violons de l’automne
(di Felice Celato)
Come ogni anno, anche quest’anno l’autunno mi ha reso triste (Les sanglots longs des violons de l’automne blessent mon cœur d’une langueur monotone, scriveva Paul Verlaine). Anzi, quest’anno – chissà perché – più degli altri anni l’ho avvertita, questa stretta di cuore che l’accorciarsi della luce mi porta ogni anno con sé. Dopo averci pensato a lungo, mi sono convinto che, ‘stavolta, ha pesato molto anche l’attesa del derby de la Madunina che, per la verità e fortunatamente, non mi ha poi deluso. Così per diversi giorni, rispetto ai ritmi di queste asincrone conversazioni fra amici, non ho preso la penna (pardon: non mi sono messo alla tastiera!) per coltivarle come sempre mi fa piacere; dunque, a derby disputato e vinto, eccomi di nuovo qua, fra gli amici di sempre.
Però, forse, in questo mese che è passato dall’ultimo post non c’erano nemmeno – o perlomeno non ho percepito – molti motivi per intrattenerci conversando (spero piacevolmente) fra noi: a parte la ripresa del Covid, s’intende, il mondo sembra essersi fermato; e anche da noi non è successo molto di diverso; sì, è vero, abbiamo rapidamente dovuto riporre il nostro infantile narcisismo (“l’ OMS ci ha lodato per come abbiamo affrontato la pandemia!”); e ci siamo ripiegati sui soliti temi (lockdown non-lockdown, MES non-MES, Conte non-Conte, bonus o non-bonus, Speranza o disperazione, Calenda non-Calenda, etc, etc., compreso il tema – per me di decisiva rilevanza – su barbieri aperti o chiusi). Ma in fondo nihil sub sole novi.
Però, come ci informa Il sole 24ore di oggi, abbiamo nuove ragioni di “festeggiare”: siamo di nuovo primi in qualche classifica! E’ inutile, siamo i migliori e, per questo, come al solito “tutto il mondo ci invidia!”; basta solo che – come spesso siamo costretti a fare – leggiamo le classifiche alla rovescio: siamo i primi in Europa per crescita prevista del debito pubblico (rispetto al PIL): + 23,4% nel 2020! Qualche “amarezza” invece ci viene dalla classifica – sempre Europea – dello scostamento fra il PIL del 2019 e quello previsto per fine 2021: -3,5% (la Spagna ed il Portogallo prevedono di fare “meglio” di noi e dunque siamo terzi in pejus, cioè terzultimi in Europa leggendo la classifica nel senso giusto). Naturalmente quel “primato” è frutto anche di questo “terzultimato” (notoriamente a noi i denominatori non piacciono!) ma chissene frega, godiamoci almeno il “primato” che è tanto più significativo quanto più è alto il punto di partenza (debito/PIL a fine 2109 134,6%).
In fondo – leggo sul Corriere della sera di oggi – qualche motivo di orgoglio nazionale (oltre al parmigiano!) si può sempre trovare; basta amare molto il proprio paese, come, pare, faccia qull’eurodeputato nostrano che – riferisce molto divertito Aldo Grasso – in una TV locale lombarda ha vantato la supremazia “culturale” della nostra civiltà, resa evidente dalla presenza del bidet nei nostri bagni (un sanitario che tutto il mondo ci invidia, naturalmente!).
Bene: sono convinto che, dopo questo sarcastico ritorno, qualche lettore o lettrice benedirà la “pausa” che mi sono preso per un mesetto. Spero che presto il C.U.R. abbia almeno qualcosa di veramente divertente (o almeno di consolante) da raccontare; forse gli è tornata la voglia di camminare per la città.
Roma 18 ottobre 2020
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