venerdì 28 ottobre 2011

Manovra furba?

Non scherziamo col fuoco!
(di Felice Celato)
Non vorrei che la "manovra triste" dell' estate, di cui avevamo parlato (e della quale avevamo regolarmente previsto l’insufficienza, cfr. su questo blog , post del 7 settembre 2011, "Ancora, inevitabilmente, sulla manovra") sia diventata la (bozza di una) manovra furba d’autunno: non abbiamo bisogno di ulteriore discredito, nemmeno per azioni in linea con gli stereotipi più correnti sull’Italia.[Non sono incline ad attribuire autorità né Vetero né Neo Testamentarie all’Economist ma la lettura dell’articolo “A tale of two Italians”, pubblicato sull’edizione del 29 ottobre, mi pare istruttiva, come pure la grafica spietata che lo accompagna!]


Il tempo dei furbi è passato, da tempo; se non ce ne siamo accorti, in poche settimane lo constateremo con ulteriore pena.


E’ troppo presto per dirlo con certezza ma non troppo presto per temerlo. Non ci vorrà molto per scoprire le carte.


Il Governo ha fatto (male, dal punto di vista politico) il suo mestiere, rendendosi conto (o fingendo di rendersi conto, sia pur tardivamente e frettolosamente) della gravità dei problemi e della urgenza di soluzioni che valgano a dissipare il rischio che l’Italia possa diventare l’affossatrice dell’euro e dell’Europa. Le misure che ha progettato (un misto di buone idee, di velleità e di astuzie) sono apparse (o, meglio, sono dovute apparire) come rispondenti alla bisogna. Se (e sottolineo il se) in esse sono presenti delle macchinazioni elettoralistiche (del tipo: se riesco a fare in poche settimane ciò che non ho fatto in tanti anni, sono il salvatore della patria; se non riesco, sarà colpa dell’opposizione comunista ed irresponsabile), allora la vicenda finirà male comunque per noi. L’opposizione deve ora fare bene il suo mestiere, dando priorità agli interessi del paese, sacrificando quelli delle consorterie e delle ideologie che ad essa fanno capo e mettendo da parte le sue priorità politiciste. Il PD deve decidere se sceglie l’opzione oltranzista o se vuole presentarsi come possibile partito di governo, in grado di occupare anche gli spazi che la frana dell’attuale maggioranza offrirà. Le premesse non sono buone.


Il momento continua ad essere drammatico (per noi), non ostanti i rimbalzi di borsa. Il fallimento (mascherato) della Grecia, l’eccezionale e controverso sforzo richiesto alle banche ( ed ai loro azionisti) e le perdurati incertezze sui meccanismo del cosiddetto fondo salva stati, sono dei moniti minacciosi.


Non scherziamo col fuoco!

28 ottobre 2011

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