giovedì 13 giugno 2024

Tecnologie per la politica

Il VAC 

(di Felice Celato)

Mentre cerco di digerire i risultati delle elezioni europee (un vero e proprio set-back dell’Europa, almeno dell’Europa in cui fermamente credo; un set-back, col suo focus in Francia ed in Germania, auspicabilmente mitigato – per quanto paradossale, irenico e prematuro possa apparire l’affermarlo – proprio dal risultato Italiano), mi sono concesso un esercizio di riflessione sulle mie stesse percezioni, per verificare se il tempo le abbia usurate, sconfessate o modificate . 

Ho riletto, quindi, quello che scrivevo, qui, giusto 10 anni fa (vedasi il post del 14 luglio 2014 dal titolo: Riproviamo). In dieci anni sono passati, in Italia, se non sbaglio, 6 governi (Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2,  Draghi e Meloni), con 4 diversi “orientamenti” (grossolanamente: 2 di “Centro-sinistra”, 2 confusamente “populisti”, 1 di “unità nazionale” e 1 di “centro-destra”); eppure – se si eccettua il periodo dell’”unità nazionale” durante il quale la forte personalità indipendente del Presidente del Consiglio ha, per un anno e mezzo, in larga parte modificato l’approccio del dialogo politica-cittadini – le mie considerazioni di allora, raggruppate sotto il titolo Scomunicazione, che allora avevo dato alle mie geremiadi sulla comunicazione della politica, non hanno mutato sostanza (o almeno così a me pare). Vi si parlava, appunto, di “scomunicazione”, di “luogocomunismo”, di “comunicazione decettiva”, del “parlare a nuora perché suocera NON intenda”, etc. [ Per memoria ricordo che allora il nostro “principale” problema era quello del debito pubblico e della nostra compliance con i nostri impegni di bilancio pubblico, problemi che, come è ben noto a tutti, ora non abbiamo più].

Stavo per abbandonarmi ad una analitica rilettura di quei termini, ben contento (si fa per dire!) di intravederne ancora l’attualità, quando una più urgente opportunità ha fatto capolino nelle vicende del nostro povero paese: sta’ a vedere che adottiamo il VAC! Che cos’è il VAC? Lo spiego meglio, anche a beneficio dei lettori che non hanno confidenza col mondo del calcio: il VAC (Video Assistant Chairman) potrebbe essere l’omologo parlamentare del VAR (Video Assistant Referee cioè l’arbitro elettronico, che assiste – appunto – l’arbitro umano nell’analizzare situazioni sportive delicate e anche per rivedere al rallentatore le dinamiche di certi falli). Ora, pare che – dopo una rissa in Parlamento – si stia valutando la necessità di analizzare la dinamica di tale rissa per accertare chi voleva scazzottare chi, o chi fingeva un infortunio simulando un cazzotto incassato; appunto introducendo in Parlamento il VAC, ovvero la moviola (come allora si diceva della moviola in campo, tanto invocata dal giornalista sportivo Biscardi) a sostegno delle decisioni che il Presidente della Camera dovrà – forse – adottare, né più né meno di come deve fare l’arbitro in campo.

Questa interessante novità mi suggerirebbe di aggiungere alle espressioni che usavo 10 anni fa come elementi caratteristici del rapporto democratico fra rappresentanti e rappresentati (mediaticamente molto supportato), un nuovo termine che – nelle intenzioni – dovrebbe includere il compiacimento per la rivoluzionaria innovazione (che sicuramente ci metterebbe all’avanguardia in Europa!): lo sVACcamento parlamentare, che va dalla pietosa ostentazione – in Parlamento, cioè dove si dovrebbe parlare per confrontare idee! – di cartelli e volantini a beneficio di telecamera, con lapidarie e pensose sentenze politiche (talora solo penose), fino alle vigorose scazzottate, da verificare col VAC!

Si dirà che non sono cose del tutto nuove; altre volte ci si è scontrati fisicamente in Parlamento; e tuttavia oggi sento il bisogno di invocare Sant’Antonio di Padova, Dottore della Chiesa, francescano, Portoghese vissuto in Francia e in Italia – un santo Europeo, si potrebbe dire – affinché, nel giorno della sua festa, preghi per noi, che ne abbiamo bisogno!

Roma 13 giugno 2024

 

 

 

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